martedì 31 luglio 2012

Recensione: La figlia del mattino

Titolo: La figlia del mattino
Autrice: Pauline Gedge
Editore: Castelvecchi
Pagine: 432
Prezzo: 17,50

Descrizione:
Oltre 3.500 anni fa, il Sole diede vita a una bambina, Hatshepsut, figlia minore del Faraone. La piccola era fuori dal comune, era agile e aveva doti magiche. Quando sua sorella maggiore morì, fu lei a dover sposare Thutmosis, figlio illegittimo del Faraone, assicurando così una discendenza al sangue divino. La figlia del mattino, «uno dei più bei romanzi storici sulla vita nell’antico Egitto» («The New York Book Review»), racconta le vicissitudini di Hatshepsut, la prima donna faraone, che intorno all’anno 1500 a.C. governò brillantemente per oltre due decenni. A partire dalla descrizione dell’infanzia di Hatshepsut, la sua ascesa al potere, il suo amore impossibile con l’architetto di corte e, infine, il suo assassinio, Pauline Gedge ha scritto un romanzo epico, accuratamente basato su fatti storici, ricco di aneddoti sulla vita a Tebe, sul solare mondo egiziano in tutto il suo splendore.  

L'autrice:

PAULINE GEDGE è una scrittrice canadese, i suoi tredici romanzi sono stati tradotti in diciotto lingue, vendendo oltre sei milioni di copie. Tra i suoi lavori ricordiamo le trilogie a sfondo storico Lord of the Two Lands e The King’s Men. Ha raggiunto la notorietà con La figlia del mattino, il suo primo romanzo.

La mia recensione:
Una bambina con il gonnellino macchiato di inchiostro che corre per le stanze del palazzo reale inseguita da una schiava. È attraverso questa immagine che facciamo la conoscenza di Hatshepsut. Poche pagine ci bastano per comprendere che non si tratta di una bambina qualsiasi e non soltanto perché è figlia del grande Thutmosi I. Oltremodo vivace e mascolina negli atteggiamenti, Hat è più coraggiosa e abile nelle attività fisiche dell’indolente fratello e, nonostante la tenera età, già molto più ambiziosa della sorella Neferu. Osserva tutto e tutti con occhi scuri e indagatori e sfida le autorità con domande argute. Solare e piena di vita, lei è figlia del Mattino, una prescelta del dio Amon. Il Faraone non esita a riconoscere in lei le qualità di una degna discendente, ma il Maat prescrive che a governare possano essere solo uomini sposati con donne di stirpe reale. A ereditare il trono sarà dunque il suo unico figlio maschio dopo essersi unito in matrimonio con la maggiore delle sue figlie.
Ma sarà davvero questo il destino che gli dèi hanno in serbo per l’Egitto?
La morte prematura della dolce Neferu porrà il Faraone di fronte a un scelta difficile e gradualmente lo condurrà a una decisione che sembrerà sovvertire qualsiasi regola.
Attraverso una minuziosa e documentata ricostruzione storica, Pauline Gedge ci racconta le gesta di una grande donna il cui nome non compare su nessun Papiro. Partendo dalla sua infanzia, ripercorre tutte le tappe della vita di Hatshepsut fino a narrarci della sua ascesa al potere e del ventennio in cui ha governato l’Egitto restituendolo al suo splendore. In questo modo fa rivivere un personaggio straordinario destinato a cadere nell’oblio giacché i suoi successori hanno tentato di cancellarne ogni traccia, mossi dai  pregiudizi del loro tempo.
Il risultato è un appassionante romanzo epico che, in virtù delle sue ricche descrizioni, ci inebria con i colori, i suoni, gli odori dell’antica Tebe trasportandoci lontano nello spazio e nel tempo. Una serie di aneddoti, informazioni, curiosità ci consentono di compenetrare la mentalità e la cultura dell’epoca ma anche di esplorare alcuni sordidi meccanismi della politica egiziana non scevra da intrighi di corte e tradimenti. Su questo sfondo complesso quanto ammaliante si stagliano numerosi personaggi ritratti con maestria dalla penna dell’autrice che ha saputo coglierne vizi, virtù e caratteristiche psicologiche senza trascurare la sfera dei sentimenti.
Quella di Hatshepsut è sì la storia di una grande reggente, dotata di abilità strategiche, forza ed equilibrio ma è anche la storia di una donna costretta a convivere con il peso di una grandissima responsabilità e pungolata da una smisurata ambizione. Le vittorie sul campo di battaglia non sempre corrisponderanno a gioie o soddisfazioni nella vita privata. Se Hatshepsut faraone dovrà misurarsi con gli oppositori del suo governo, Hatshepsut donna dovrà fare i conti con un amore impossibile e con una serie di terribili perdite.
La descrizione del rapporto con suo padre Thutmosi I ci regalerà pagine pregne di sentimento e tenerezza. La piccola Hat riuscirà, infatti, a far emergere il lato più umano di un uomo che tutti temono e riveriscono come Dio in terra. I sorrisi, le timide carezze e persino gli affettuosi  rimproveri ci permetteranno di conoscere un volto inedito quanto intimo del Farone.
Il confronto con il fratello Thutmosi II, pigro, codardo, egoista, porrà in evidenza l’assurdità del pregiudizio maschilista, costringendo uomini di governo ed esponenti del popolo a riconoscere che le qualità di un buon regnante possono annidarsi e prosperare anche in un corpo appartenente al sesso debole.
Sarà invece attraverso il  legame, di amicizia prima e di amore poi, tra Hatshepsut e il giovane architetto Senmut che emergerà il lato più femminile e più fragile di una donna all’apparenza indistruttibile.
Un volume corposo che vola via leggero senza mai indulgere in digressioni noiose, consigliato tanto agli appassionati di storia egiziana quanto a chi abbia il desiderio di accostarsi da principiante alle meraviglie di una grande civiltà.

Nessun commento:

Posta un commento