Titolo: La figlia del mattino
Autrice: Pauline Gedge
Editore: Castelvecchi
Pagine: 432
Prezzo: 17,50
Descrizione:
Oltre 3.500 anni fa, il Sole diede vita a una bambina, Hatshepsut,
figlia minore del Faraone. La piccola era fuori dal comune, era agile e
aveva doti magiche. Quando sua sorella maggiore morì, fu lei a dover
sposare Thutmosis, figlio illegittimo del Faraone, assicurando così una
discendenza al sangue divino. La figlia del mattino, «uno dei più bei
romanzi storici sulla vita nell’antico Egitto» («The New York Book
Review»), racconta le vicissitudini di Hatshepsut, la prima donna
faraone, che intorno all’anno 1500 a.C. governò brillantemente per oltre
due decenni. A partire dalla descrizione dell’infanzia di Hatshepsut,
la sua ascesa al potere, il suo amore impossibile con l’architetto di
corte e, infine, il suo assassinio, Pauline Gedge ha scritto un romanzo
epico, accuratamente basato su fatti storici, ricco di aneddoti sulla
vita a Tebe, sul solare mondo egiziano in tutto il suo splendore.
L'autrice:
PAULINE GEDGE è una scrittrice canadese, i suoi
tredici romanzi sono stati tradotti in diciotto lingue, vendendo oltre sei
milioni di copie. Tra i suoi lavori ricordiamo le trilogie a sfondo storico
Lord of the Two Lands e The King’s Men. Ha raggiunto la notorietà
con La figlia del mattino, il suo primo romanzo.
La mia recensione:
Una bambina con il gonnellino macchiato di inchiostro che
corre per le stanze del palazzo reale inseguita da una schiava. È attraverso
questa immagine che facciamo la conoscenza di Hatshepsut. Poche pagine ci
bastano per comprendere che non si tratta di una bambina qualsiasi e non
soltanto perché è figlia del grande Thutmosi I. Oltremodo vivace e mascolina
negli atteggiamenti, Hat è più coraggiosa e abile nelle attività fisiche
dell’indolente fratello e, nonostante la tenera età, già molto più ambiziosa
della sorella Neferu. Osserva tutto e tutti con occhi scuri e indagatori e
sfida le autorità con domande argute. Solare e piena di vita, lei è figlia del
Mattino, una prescelta del dio Amon. Il Faraone non esita a riconoscere in lei
le qualità di una degna discendente, ma il Maat prescrive che a governare
possano essere solo uomini sposati con donne di stirpe reale. A ereditare il
trono sarà dunque il suo unico figlio maschio dopo essersi unito in matrimonio
con la maggiore delle sue figlie.
Ma sarà davvero questo il destino che gli dèi hanno in serbo
per l’Egitto?
La morte prematura della dolce Neferu porrà il Faraone di
fronte a un scelta difficile e gradualmente lo condurrà a una decisione che
sembrerà sovvertire qualsiasi regola.
Attraverso una minuziosa e documentata ricostruzione
storica, Pauline Gedge ci racconta le gesta di una grande donna il cui nome non
compare su nessun Papiro. Partendo dalla sua infanzia, ripercorre tutte le
tappe della vita di Hatshepsut fino a narrarci della sua ascesa al potere e del
ventennio in cui ha governato l’Egitto restituendolo al suo splendore. In
questo modo fa rivivere un personaggio straordinario destinato a cadere nell’oblio
giacché i suoi successori hanno tentato di cancellarne ogni traccia, mossi
dai pregiudizi del loro tempo.
Il risultato è un appassionante romanzo epico che, in virtù
delle sue ricche descrizioni, ci inebria con i colori, i suoni, gli odori
dell’antica Tebe trasportandoci lontano nello spazio e nel tempo. Una serie di
aneddoti, informazioni, curiosità ci consentono di compenetrare la mentalità e
la cultura dell’epoca ma anche di esplorare alcuni sordidi meccanismi della
politica egiziana non scevra da intrighi di corte e tradimenti. Su questo
sfondo complesso quanto ammaliante si stagliano numerosi personaggi ritratti
con maestria dalla penna dell’autrice che ha saputo coglierne vizi, virtù e
caratteristiche psicologiche senza trascurare la sfera dei sentimenti.
Quella di Hatshepsut è sì la storia di una grande reggente,
dotata di abilità strategiche, forza ed equilibrio ma è anche la storia di una
donna costretta a convivere con il peso di una grandissima responsabilità e
pungolata da una smisurata ambizione. Le vittorie sul campo di battaglia non
sempre corrisponderanno a gioie o soddisfazioni nella vita privata. Se Hatshepsut
faraone dovrà misurarsi con gli oppositori del suo governo, Hatshepsut donna
dovrà fare i conti con un amore impossibile e con una serie di terribili
perdite.
La descrizione del rapporto con suo padre Thutmosi I ci
regalerà pagine pregne di sentimento e tenerezza. La piccola Hat riuscirà,
infatti, a far emergere il lato più umano
di un uomo che tutti temono e riveriscono come Dio in terra. I sorrisi, le
timide carezze e persino gli affettuosi rimproveri ci permetteranno di conoscere un
volto inedito quanto intimo del Farone.
Il confronto con il fratello Thutmosi II, pigro, codardo,
egoista, porrà in evidenza l’assurdità del pregiudizio maschilista, costringendo
uomini di governo ed esponenti del popolo a riconoscere che le qualità di un
buon regnante possono annidarsi e prosperare anche in un corpo appartenente al
sesso debole.
Sarà invece attraverso il legame, di amicizia prima e di amore poi, tra
Hatshepsut e il giovane architetto Senmut che emergerà il lato più femminile e
più fragile di una donna all’apparenza indistruttibile.
Un volume corposo che vola via leggero senza mai indulgere
in digressioni noiose, consigliato tanto agli appassionati di storia egiziana
quanto a chi abbia il desiderio di accostarsi da principiante alle meraviglie
di una grande civiltà.
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