mercoledì 21 novembre 2012

Recensione: Ti ucciderò

Titolo: Ti ucciderò
Autore: Rafael Balanzà
Editore: Atmosphere libri
Collana: Biblioteca del giallo
Pagine: 160
Prezzo: 12,90


Descrizione:
Negli anni Novanta, Valle e Cáceres facevano parte di un gruppo pop rock. Si frequentavano, giocavano e bevevano insieme. Poi si erano persi di vista. Dopo dieci anni di lontananza, i due si incontrano in un caffè. Chiacchierano animatamente e ricordano, ridono di aneddoti del passato. Di punto in bianco, Valle annuncia all'amico ritrovato che presto lo ucciderà, senza specificarne il motivo. Cáceres dovrà scoprire tutto ciò che riguarda la minaccia, e cercare di evitare il suo omicidio... e da questo momento la storia decolla procedendo emozionante fino al sorprendente finale che lascerà il lettore senza fiato.

L'autore:

Rafael Balanzá è nato ad Alicante nel 1969, ma vive a Murcia. Nel 2002 fonda la rivista culturale «El Kraken». Nel 2007 ha pubblicato la raccolta Crímenes triviales, che comprende cinque storie di crimini banali. Con il suo primo romanzo, Ti ucciderò (Los asesinos lentos, 2010), vince il Premio Café Gijón dell’edizione 2009.
La giuria del Premio Café Gijón motiva la scelta di Ti ucciderò per l’audacia narrativa, la cui trama si basa su una struttura molto ben costruita che tiene il lettore col fiato sospeso, arrivando a un epilogo brillante e inaspettato.
 
La mia recensione:
Basta poco per interrompere la solita routine. La telefonata di un caro amico di cui si sono perse le tracce è sicuramente una buona occasione per ritagliarsi una pausa piacevole nel trantran quotidiano.
È quello che pensa Juan quando si reca all’appuntamento con Valle. Sono trascorsi dieci anni dall’ultima volta in cui sono stati insieme e ne hanno di cose da raccontarsi. Il tempo vola tra chiacchiere e vecchi ricordi ma, al momento del commiato, accade qualcosa di assolutamente imprevedibile.
“Io ti ucciderò. Non ora. Non qui, naturalmente. Però ti ucciderò molto presto” afferma Valle.
Non può che trattarsi di uno scherzo. Suo malgrado Juan sorride e attende che il compagno metta fine a quel giochetto di dubbio gusto, ma non accade. L’altro è serio, ribadisce il concetto e non accenna a tornare sui suoi passi.
A partire da questo momento la sua vita non sarà più la stessa. Dopo una lunga conversazione tesa a scoprire le ragioni di una decisione tanto assurda e, magari, a trovare un compromesso che lo salvi, Juan giunge a una triste conclusione: Valle è pazzo, purtroppo fa sul serio e lui è intrappolato in una situazione senza via d’uscita.
Non c’è nulla che possa fare per fargli cambiare idea giacché non esiste una ragione precisa per cui l’amico voglia ucciderlo. Semplicemente è insoddisfatto della sua esistenza, si reputa sfortunato e per vendicarsi di un destino che considera ingiusto ha scelto una vittima sacrificale, quasi a caso.
Non può rivolgersi alla polizia perché non ha prove e Valle non si è ancora macchiato di alcun reato.
Non gli resta che rassegnarsi a convivere con la paura e sperare in un miracolo.
È un giallo insolito quello architettato da Rafael Balanzà. Non c’è alcun delitto, se non nelle intenzioni, non ci sono indizi, non c’è un colpevole da stanare; c’è solo una diabolica trappola psicologica e la sfida consiste nel trovare un modo per venirne fuori.
La narrazione è condotta tutta in prima persona, in tono colloquiale. A parlare è Juan, si rivolge a una terza persona la cui identità ci verrà svelata solo nell’epilogo ma quell’ interlocutore potrebbe essere il lettore stesso che diviene così parte attiva del rompicapo.
L’autore ci fa penetrare nella mente del protagonista, ci fa percepire con grande realismo il suo stato d’animo e ci mostra come la sua banalissima vita possa andare in frantumi sulla scia di una semplice dichiarazione d’intenti. Fino al giorno dell’incontro con Valle, Juan aveva dato la sua quotidianità per scontata, proprio così come accade a molti di noi. Una moglie, due figli, un lavoro redditizio rappresentavano nient’altro che la normalità. L’idea di essere prossimo alla morte lo induce però a riconsiderare tutto e a percepirne la precarietà. È quasi una forma di paranoia quella che si fa strada in lui. Improvvisamente si convince che il nuovo direttore del centro commerciale in cui lavora sembra tramare alle sue spalle per ridurlo alla disoccupazione; si accorge che la moglie è sempre più distante e, forse, ha una relazione extraconiugale; i figli gli appaiono estranei e… benché non ci abbia mai fatto caso prima, a dispetto delle apparenze, è un uomo solo. Juan lo constata con estrema chiarezza quando comprende di non poter condividere con nessuno l’incubo che sta vivendo. Se raccontasse di essere la vittima designata di un potenziale assassino, nessuno gli darebbe credito, toccherebbe a lui essere additato come pazzo e il suo stato di isolamento non potrebbe che peggiorare.
Paradossalmente l’unica persona con cui possa confrontarsi e confidarsi è proprio il suo carnefice. Nonostante tutto si ritroverà a cercarlo e tra i due nascerà uno strano legame di reciproca dipendenza.
Mentre la curiosità di scoprire come si risolverà la bizzarra vicenda fa sì che la lettura proceda spedita verso le battute finali, emozioni e pensieri si affollano nella mente di chi legge. Juan diviene quasi uno specchio per il lettore e la sua progressiva discesa nell’abisso della follia si trasforma in occasione di riflessione sul senso della vita.
Un romanzo insolito e profondo che realizza un riuscitissimo connubio tra giallo e introspezione psicologica. Emozionane e innovativo nel suo genere.







 

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