venerdì 12 aprile 2013

Recensione: La loggia nera dei veggenti

Titolo: La loggia nera dei veggenti
Autore: Fabio Delizzos
Editore: Newton Compton
Pagine: 432
Prezzo: 9,90 euro

Descrizione:
Mentre nel pieno della seconda guerra mondiale le nazioni sono impegnate a combattere su tutti i fronti, alcuni agenti segreti specializzati nello spionaggio psichico si danno la caccia senza tregua. Una cellula misteriosa, il Panopticon, ha una missione ai limiti dell’impossibile: scoprire se la Wunderwaffe, l’“arma meravigliosa” dei nazisti, esiste davvero, e impossessarsene. Nel frattempo a Roma, uno scrittore costretto a guadagnarsi da vivere come sensitivo si trova suo malgrado coinvolto in questa pericolosa guerra di spie. Si chiama Lio Rol, e a causa dell’esplosione di una mina ha dimenticato molte, troppe cose. Persino di avere una sorella. Ma chi è davvero Lio Rol? Cosa lega sua sorella Sibylla all’Ordine delle SS? Cosa c’entrano i giganti della Bibbia con la bomba atomica, gli dèi sumeri con Atlantide, un romanzo ottocentesco inglese con la loggia nera che opera segretamente nel Terzo Reich? Lio dovrà mettere da parte la macchina da scrivere e cercare una risposta a tutte queste domande. E dovrà trovarla in fretta, se vorrà salvare non solo la propria vita, ma il mondo intero.

L'autore:
Fabio Delizzos e nato a Torino nel 1969 e vive a Roma. Per la Newton Compton ha già pubblicato con grande successo i romanzi La setta degli alchimisti e La cattedrale dell’Anticristo.

La mia recensione:
Avventurarsi nel Terzo Reich è un po’ come discendere in un girone infernale, un calderone in cui bollono gli orrori della guerra, dell’odio razziale, di un totalitarismo fomentato da un assurdo delirio di onnipotenza. Una triste pagina di storia la cui oscurità è sotto gli occhi di tutti ma che non si esaurisce in ciò che è immediatamente visibile, quasi fosse una pagina vergata con l’inchiostro simpatico, di quelle in voga all’epoca negli ambienti spionistici.
Se vi intriga l’idea di accostarla alla fiamma di una candela per scoprirne i contenuti nascosti, La loggia nera dei veggenti è il libro che fa per voi.
In questo Romanzo Fabio Delizzos racconta la seconda guerra mondiale ma non scrive di battaglie combattute al fronte e neanche di alleanze sancite alla luce del sole; ci racconta, invece, una storia sotterranea che parla di eserciti segreti, armi dal sapore mitologico, vrilerinnen dai capelli lunghissimi, spionaggio psichico.
Nel pieno di un conflitto dagli esiti ancora incerti comincia a circolare la voce che i Nazisti posseggano l’arma meravigliosa, un’arma così potente da condurli inesorabilmente alla vittoria. Scoprire se ciò sia vero, ed eventualmente sottrarla al nemico, diviene una missione di vitale importanza per gli avversari del regime nazista tanto che alcune cellule segrete, tra cui il Panopticon, ingaggiano allo scopo una vera e propria guerra nella guerra.
Si tratta di uno scontro spietato e senza regole e che si gioca su un terreno insolito. Tanto i servizi segreti assoldati dal führer (il Vril) quanto l’organizzazione avversaria ricorrono infatti allo spionaggio psichico, ovvero un particolarissimo tipo di spionaggio che sfrutta le presunte capacità paranormali di alcuni individui. Gli agenti reclutati − generalmente di sesso femminile − sono veggenti o sensitivi, persone in grado di prevedere il futuro o individuare una postazione  nemica semplicemente facendo oscillare un pendolino su una mappa.
Sembra folle, vero? Eppure la trama tanto abilmente imbastita dall’autore si regge su fondamenta storiche giacché durante la seconda guerra mondiale i Servizi Segreti di varie nazioni facevano davvero affidamento sui poteri della mente. Uno degli aspetti di maggior fascino di questo romanzo consiste infatti proprio nel suo tenersi in bilico tra finzione e realtà invischiandoci virtualmente in una vicenda che ha dell’incredibile pur essendo, nel contempo, assolutamente verosimile.
In mezzo ai fuochi incrociati di questa guerra tra spie si ritrova Lio Rol, uno scrittore in crisi. Reduce da una breve esperienza al fronte che gli è costata un occhio e una considerevole manciata di ricordi, l’uomo ha perso l’ispirazione e tenta di sbarcare il lunario prevedendo il futuro a pagamento.
Benché egli non creda molto nelle sue capacità e, potendo, eviterebbe di esercitarle, le spie naziste e quelle del Panopticon non tardano a interessarsi a lui.   
Ben presto saranno in molti a dargli la caccia ma questo sarà solo uno dei numerosi problemi con cui dovrà fare i conti. Quando una giovane attrice bussa alla sua porta per consegnargli la lettera di sua sorella defunta, il mistero si infittisce perché Lio non ricorda di aver mai avuto una sorella e perché la missiva contiene un messaggio in codice impossibile da decifrare.
Chi è davvero Lio Rol? Cosa si cela nel passato che non ricorda più? Perché sua sorella gli ha lasciato un messaggio così criptico?
Le tantissime domande che affollano la mente dello scrittore si uniscono a interrogativi non meno pressanti e che riguardano le sorti dell’intera umanità. La Wunderwaffe esiste sul serio? Se sì in cosa consiste e quali effetti produrrà quando verrà impiegata?
Danzando al ritmo serrato di un thriller mozzafiato, otterremo tutte le risposte e non potremo che rimanere basiti quando l’arma meravigliosa si paleserà ai nostri occhi lasciandosi riconoscere…   
Ancora una volta Fabio Delizzos costruisce un plot che somiglia a un complesso meccanismo di precisione in cui nessun ingranaggio, neanche il più piccolo, è lasciato al caso. Tesse una fitta rete di misteri che ben riesce a intrappolarci e a tenerci in ostaggio fino all’ultima pagina ma che, nello stesso tempo, filtra un bagaglio vastissimo di informazioni.
Dalle particolari tecniche di spionaggio, al mito di Atlantide, dalle facoltà medianiche delle vrilerinnen ai i misteri della civiltà sumera passando per l’enigma rappresentato dal sito archeologico di Baalbeck, tantissimi sono i rimandi storici, religiosi, esoterici e filosofici disseminati nella narrazione resa fluida da uno stile ricercato ma mai ostico, di forte impatto visivo ma non scevro di deliziose metafore.
Insieme al protagonista, molti sono i personaggi che entrano in azione. Enigmatici come Lio Rol, spietati e folli come Marcello Roux, calcolatori come Giger o misteriosamente romantici come Sybilla, appaiono tutti credibili e caratterizzati in maniera così approfondita, anche sul piano psicologico, che risulta impossibile distinguere i soggetti di fantasia da quelli reali, a volte presenti sulla scena − primo fra tutti Hitler che, tra le altre cose, ci regala una curiosa interpretazione della favola di Biancaneve.
Se  La Cattedrale dell’Anticristo mi aveva conquistata, La loggia nera dei veggenti mi ha letteralmente stregata. Un connubio perfetto tra storia e paranormale in cui serpeggia l’odio ma riesce a infiltrarsi anche l’amore in un modo assolutamente imprevedibile.
 




 


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