Autore: Emerson Marlow
Editore: Parallelo 45
Pagine:
162
Prezzo: 12 euro
Descrizione:
Quattro soldati americani cadono in un’imboscata a Kabul
e l’unico che riesce a salvarsi è Cayetano Ramirez. Nel centro di recupero dei
reduci, il soldato portoricano incontra Alicia Bennet che lavora come
volontaria: Alicia Bennet è la moglie di Paul Bennet, divenuto intanto
candidato sindaco di New Orleans.
Presto, dietro allo scontro in battaglia, come purtroppo ce ne sono tanti, si inizia ad intravedere l’ombra del narcotraffico e di ben studiati giochi di potere.
Da qui si snoda tutta la storia di questo action-book, una sapiente ricetta di guerra, intrighi politici e militari, inchieste legali, rivelazioni, sottili giochi psicologici, fino all’inquietante finale.
Presto, dietro allo scontro in battaglia, come purtroppo ce ne sono tanti, si inizia ad intravedere l’ombra del narcotraffico e di ben studiati giochi di potere.
Da qui si snoda tutta la storia di questo action-book, una sapiente ricetta di guerra, intrighi politici e militari, inchieste legali, rivelazioni, sottili giochi psicologici, fino all’inquietante finale.
L'autore:
Emerson Marlow
vive attualmente in Italia. Laureato in legge, non esercita la professione ma
si dedica prevalentemente alla scrittura.
Viaggia spesso per motivi culturali e turistici, ama la montagna e collabora come recensore di libri in un noto blog sul web.
Viaggia spesso per motivi culturali e turistici, ama la montagna e collabora come recensore di libri in un noto blog sul web.
La mia recensione:
Il capitano Paul Bennet è
appena tornato dall’Afghanistan e si è candidato a sindaco di New Orleans
quando un colpo di pistola, sparato durante un comizio, pone fine alla sua
nascente carriera e alle sue velleità di successo.
La presenza dell’ex soldato
Ramirez, sulla scena del delitto sembrerebbe suggerirne subito la soluzione.
L’uomo, infatti, era in Afghanistan sotto il comando di Bennet, ed è proprio
costui che accusa per aver perso una gamba durante l’ultima missione. È
plausibile che l’assassinio sia frutto di una banale vendetta ma non vi è
alcuna prova che le cose siano andate così.
Avviate le indagini affiorano
nuovi sospetti e le acque in cui si ritrova a nuotare il procuratore Patterson,
a cui viene affidato il caso, divengono sempre più torbide.
Di certo non si può dire che
Bennet non avesse nemici. In realtà più di una persona avrebbe avuto interesse
a farlo fuori, per questioni di rivalità politica, per via della lotta al
narcotraffico portata avanti in campagna elettorale e, persino, per la sua
condotta nella vita privata segnata dall’abuso di alcol e da eccessi di
violenza tra le pareti domestiche.
Al confine tra detective e
spy story, Il Q.I. di Cenerentola si connota come un giallo a sfondo
politico per dirimere il quale occorre scavare nel terreno della corruzione,
dei traffici illeciti e della connivenza che non risparmia le alte sfere. È
fiction che trae ispirazione da una realtà, purtroppo familiare, in cui il
confine tra bene e male è decisamente sfocato e la giustizia somiglia sempre
più a un miraggio.
Se l’idea di fondo non può
definirsi del tutto nuova, l’intreccio imbastito dall’autore rivela una certa
originalità e, di certo, colpisce per la sua coerenza. Nonostante il mistero
intorno a cui ruota e la presenza di una serie di svolte teoricamente in grado
di sorprendere e spiazzare, tuttavia, la storia non decolla come ci si
aspetterebbe. Le soluzioni ai vari enigmi disseminati sul percorso vengono
offerte per gradi ma servite omettendo l’iter di ricerca che conduce alla loro
conquista. Il lettore non viene coinvolto realmente nelle indagini e ciò priva
di mordente la lettura. I personaggi, inoltre, vengono caratterizzati
superficialmente e ciò fa sì che non si riesca ad affezionarsi a loro.
Bennet, per esempio, è un
personaggio controverso: è vittima di omicidio ma da vivo incarnava piuttosto
il ruolo di un carnefice. Uomo integerrimo secondo l’opinione pubblica,
sembra mostrare tutt’altro volto nella vita privata. L’autore mette in tavola
una serie di elementi appetibili ma non li sfrutta poiché si limita ad
accennare e a lasciare intuire, senza avventurarsi mai sotto la superficie.
Stessa cosa vale per gli altri personaggi a cominciare dall’enigmatica moglie
della vittima. La donna avrebbe un valido movente per l’omicidio, è scaltra, sa
come muoversi nella tana del lupo, possiede tutte le carte in regola per
stregare il lettore, eppure resta distante perché blindata rimane la sua
psicologia.
La mia impressione è che
l’opera nel suo insieme risenta dell’eccessiva brevità. Probabilmente un plot
così articolato unitamente alla sua carrellata di personaggi complessi e
ambivalenti, avrebbe avuto bisogno di maggiore spazio e maggiori
approfondimenti per poter esprimere al meglio le proprie potenzialità.
Le premesse affinché
rimanessi incollata alla pagina c’erano tutte ma la verità è che ho conquistato
l’epilogo a piccoli passi; una lettura godibile ma non entusiasmante come
speravo.
Mi ha attirato molto il titolo e non mi aspettavo che si trattasse di una sorta di spy-story.
RispondiEliminaPeccato per la "superficialità" (si può definire così?) di certi aspetti della storia. Sembrava interessante.