In libreria a giugno 2014
Titolo: Intenso come un ricordo
Autrice: Jodi Picoult
Editore: Corbaccio
Pagine: 500
Prezzo: 16,40
Come Il profumo delle foglie di
limone di Clara Sanchez e
Volevo solo averti accanto
di Ronald
Balsom,
un romanzo di rara forza
e potenza, che colpisce come un pugno nello stomaco e ci regala una prospettiva
del tutto nuova sull’Olocausto.
Descrizione:
Josef Weber è un vecchietto adorabile ma
che in realtà nasconde un atroce segreto…
Sage Singer è una
ragazza solitaria. Evita ogni contatto col mondo, nasconde il proprio volto
sfregiato in seguito a un incidente, si rifugia in una relazione clandestina con
un uomo sposato. Ha scelto di fare la panettiera, soprattutto per lavorare di
notte, nell’isolamento della sua cucina. L’unico a fare breccia nella prigione
quotidiana in cui si è rinchiusa Sage è un anziano signore di origine tedesca,
Josef Weber, benvoluto da tutti nella piccola comunità in cui vive. Ma un giorno
Josef rivela alla ragazza un segreto terribile, confessandole il suo passato di
ss e carnefice ad Auschwitz. Non
solo, le chiede il perdono per i suoi crimini e, infine, di aiutarlo a morire.
Sage, di famiglia ebraica ma atea, è tormentata da un dilemma atroce: sua nonna,
Minka, è una sopravvissuta dei campi di concentramento, e solo settant’anni dopo
quell’esperienza svela alla nipote il baratro in cui è sprofondata durante la
deportazione.
Come si può reagire
quando si capisce che la persona che ha di fronte incarna il male assoluto? E’
possibile cancellare un passato criminoso con un comportamento irreprensibile?
Si ha il diritto di offrire perdono anche se non si è la vittima diretta di
un’ingiustizia? E… qualora Sage accogliesse la richiesta di Weber, si
tratterebbe di vendetta… o di giustizia?
Più voci narranti si
alternano nella scrittura di Jodi Picoult, come sempre magistrale nel riannodare
il filo dei ricordi sepolti nel passato e delle emozioni che agitano il
presente. E la chiave, ancora una volta, sta nella potenza della narrazione: «Un
racconto può essere molto potente. Può cambiare il corso della storia. Può
salvare una vita. Ma può anche essere un buco nero, o le sabbie mobili, in cui
si rimane impantanati, incapaci di scrivere per liberarsi». Sta a noi, alla
nostra coscienza, scegliere la strada da prendere.
L'autrice:
Jodi Picoult, la regina delle classifiche americane,
vive ad Hanover, New Hampshire, con il marito e i tre
figli.
· Nel 1992 ha scritto il suo primo libro.
Da allora ha scritto 23 romanzi.
· I suoi libri sono pubblicati in 35
paesi.
· Ha vinto numerosi premi letterari fra cui
il New England Bookseller Award for Fiction, il Book Browse Diamond Award, il
Fearless Fiction Award, il Virginia Reader’s Choice Award e molti altri ancora
americani e inglesi.
· Intenso come un ricordo, in pochi mesi, ha venduto Negli Stati
Uniti più di 1 milione di copie.
· In Italia, Corbaccio ha pubblicato La
custode di mia sorella, Il colore della neve, Senza lasciare
traccia, Diciannove minuti, Un nuovo battito, La bambina di
vetro, Le case degli altri e L’altra famiglia (tutti anche in
edizione TEA).
«Questo mio libro è veramente diverso da
tutti gli altri che ho scritto. ci ho messo tutta me stessa.» Un romanzo unico,
l’autrice spiega perché:
So che ci
sono milioni di libri sull’Olocausto, ma come figlia di genitori ebrei e come
scrittrice, credo di avere il dovere di dare voce a tante storie, storie che
ancora aspettano una voce, e lo faccio nel modo che mi riesce
meglio.
Un terzo del romanzo si
svolge più di settant’anni fa. Lo spunto mi è venuto dalla lettura di Il
girasole di Simon Wiesenthal, nel quale l’autore racconta la sua prigionia
in un campo di concentramento e di quando fu portato al cospetto di un nazista
in punto di morte che voleva confessare le atrocità commesse e ottenere il
perdono da un ebreo. Il dilemma etico che ha dovuto affrontare Wiesenthal è
stato oggetto di innumerevoli analisi filosofiche e morali sulle dinamiche
esistenti tra le vittime del genocidio e i carnefici, e mi ha fatto pensare a
cosa sarebbe successo se la stessa richiesta di perdono venisse fatta molti
decenni dopo alla nipote di una vittima.
Per scriverlo non solo ho
letto centinaia di testimonianze, ma ho personalmente intervistato i
sopravvissuti o i loro figli e nipoti. Ho ascoltato storie terribili, come
quella del piccolo Bernie che si è fatto promettere dalla madre che gli
avrebbero sparato nel petto e non in testa… Vi immaginate come si sente una
madre che deve fare una promessa simile? O di Gerda, sopravvissuta alle marce
della morte solo perché il padre era riuscito a dirle, prima che li prendessero,
di non mettersi le scarpe normali ma gli scarponi da montagna. O Mania, scampata
alle selezioni perché parlava il tedesco ed era incappata in un ufficiale
nazista che tentava di proteggere gli ebrei che lavoravano per lui…
Appena finito di leggerlo... che dire, bello, ma Jodi Picoult sa fare di meglio, decisamente di meglio, vedi "Un nuovo battito" o "19 minuti".
RispondiEliminaPrendo nota del tuo consiglio di lettura. Mi hai incuriosita. Grazie! :)
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