giovedì 2 aprile 2015

Recensione: Aaron

Titolo: Aaron
Autrice: J.P. Barnaby
Editore: Dreamspinner
Pagine: 277
Prezzo: 6,99
Disponibile qui

Descrizione:
Una terribile notte di dolore ha distrutto la sua normale esistenza di adolescente e, due anni dopo, Aaron Downing si appiglia ancora alla speranza che, un giorno, tornerà a sentirsi un essere umano completo e funzionante. La sua vita, però, resta una serie costante di incubi, flashback e paura. Quando, nel primo semestre del college, gli viene assegnato Spencer Thomas come partner per un progetto di programmazione, Aaron decide che forse la ‘normalità’ è sopravvalutata. Anche solo imparare a controllare la paura gli basterebbe per trovare di nuovo la stabilità. 
Dopo aver sentito una conversazione dei genitori intenzionati a rinchiuderlo in un istituto –sacrificandolo per il benessere dei suoi fratelli – Aaron cerca disperatamente di trovare un modo di gestire il suo danno psicologico o anche di fingere la normalità. Il suo nuovo psicologo riuscirà a controllare i propri demoni abbastanza a lungo da curare Aaron oppure aggraverà solo la situazione? 
Cercando disperatamente di comprendere la sua attrazione per Spencer, Aaron si appiglia alla sua sanità mentale con entrambe le mani quando questa minaccia di sfuggire al suo controllo.

La mia recensione:

La vita di Aaron è un inferno. Dal maledetto giorno in cui è stato sequestrato, stuprato, sfigurato e ha visto la sua migliore amica morire per mano dei suoi stessi aguzzini, non riesce più a condurre un’esistenza normale. Guasto: è così che si sente dentro e fuori. Continuamente bersagliato da flashback che risvegliano il suo peggior incubo, è intrappolato in un limbo da cui il contatto fisico è bandito e interagire con gli altri esseri umani è fin troppo complicato.
Persino gestire un lavoro in coppia al college gli sembra una missione impossibile, al punto che quando  il suo professore di programmazione gli assegna il collega Spencer Thomas per un progetto da condurre insieme, medita di mollare tutto.
Spencer tuttavia non è un ragazzo come gli altri, lui non giudica e sa benissimo cosa significa sentirsi diversi e soli giacché egli stesso convive con questo stato d’animo. Sordo sin dalla nascita, è abituato a essere deriso ed emarginato.
Se Aaron appare come un mostro agli occhi degli altri per via delle orrende cicatrici che gli deturpano il viso, Spencer viene giudicato altrettanto mostruoso nel momento in cui apre bocca per esprimersi a dispetto della sua sordità.
Sebbene per ragioni e in modi molto differenti, i due ragazzi sono due isole,  ma quel che rappresenta un limite nel rapportarsi al mondo esterno si trasformerà in un punto di forza quando si ritroveranno a dover interagire in coppia. Le reciproche diversità diventeranno, infatti, il loro punto di incontro, un primo prezioso incentivo a mettere da parte la paura e abbassare le barriere difensive.
Dopo due anni di completo isolamento emotivo, Aaron comincerà davvero a relazionarsi a qualcuno. Pian piano il rapporto fra lui e Spencer si trasformerà in una profonda amicizia fino a sfociare in qualcosa di molto più importante.
Ma le sorprese non finiranno qui poiché, grazie all’amico, Aaron incontrerà un’altra persona destinata a segnare una svolta nel suo destino: il dottor Thomas che gli proporrà un percorso terapeutico alternativo, scongiurando la minaccia incombente di un ricovero in un istituto psichiatrico.
Quella narrata con grandissima sensibilità da J.P. Barnaby è la storia di una rinascita, la storia di chi pur essendo stato scagliato sul fondo di un baratro dalle avversità della vita e dalla cattiveria di altri esseri umani, riesce lentamente a risalire e a riguadagnare, con dignità, il proprio posto nel mondo.
Aaron, Spencer e persino il dottor Thomas sono persone ferite, che si trascinano quotidianamente sulle spalle un fardello di dolore, difficoltà e brutti ricordi e nonostante tutto non hanno perso la voglia di lottare.
Sono rimasta profondamente colpita da questi tre personaggi, dalla sensibilità, dalla dolcezza, dalla capacità di trasformare in amore tutta la cattiveria subita perché è proprio questo che fanno, seppure ciascuno in maniera diversa.
È un inno alla vita, all’amore, alla speranza questo romanzo. I flashback di Aaron, descritti senza filtri, e nondimeno i momenti introspettivi in cui emerge il dramma di Spencer, sono colpi di frusta che bruciano costringendoci a guardare le atrocità che la realtà può riservarci. Alle sferzate però segue la tenerezza di un sentimento più forte di qualsiasi bruttura, un sentimento meravigliosamente immune a qualsiasi barriera e come tale in grado di garantire la salvezza.
Una lettura dolceamara, intensa e commovente, di quelle che toccano l’anima e arricchiscono dentro.











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