giovedì 17 novembre 2016

Recensione: La mano sinistra di Calvus

Titolo: La mano sinistra di Calvus
Autore: Anne Gallagher
Editore: self publishing
Pagine: 174
Prezzo: 4,54
Disponibile qui

Descrizione: 
L'ex gladiatore Saevius è certo che la Fortuna gli stia sorridendo quando un politico pompeiano lo compra per farne la sua guardia del corpo. Almeno finché il suo nuovo padrone, Calvus Laurea, ordina a Saevius di scoprire con che gladiatore sua moglie stia avendo una sordida relazione. Per riuscirci, Saevius deve tornare nell'arena, ad allenarsi insieme agli uomini che sta spiando. Peggio ancora, adesso è agli ordini di Drusus, un lanista notoriamente crudele... eppure stranamente intrigante.
Ma l'inganno di Saevius è l'ultima delle sue preoccupazioni.
La relazione nasconde ben più di una donna che umilia il suo prominente marito, e Saevius si ritrova a far parte di un gioco pericoloso fra uomini altrettanto pericolosi. Non è l'unico gladiatore intenzionato a rivelare le trasgressioni della signora Verina, e suo marito vuole ben più del nome del colpevole.
Quando Saevius scopre la verità sulla relazione, non ha altra scelta che tradire uno dei suoi padroni: uno dei quali ha imparato a temere, e uno dei quali ha imparato a rispettare. Ed entrambi potrebbero farlo uccidere senza alcuna ripercussione.
Per la prima volta nella sua vita, il posto più pericoloso per questo gladiatore non è nell'arena.
Questo romanzo è stato precedentemente pubblicato con il nome di penna L.A. Witt, ed è stato leggermente modificato.

La mia recensione:
La libertà è, forse, il traguardo più ambito per uno schiavo. Saevius, gladiatore dotato di grandissima forza e abilità, è ormai a un passo dalla conquista del rudis quando un accadimento imprevisto manda in fumo il sogno. Un nuovo padrone, il politico Calvus Laurea, lo ha comprato per farne la sua guardia del corpo. In realtà, giunto a Pompei, al suo cospetto, il lottatore scopre che questa è solo la versione ufficiale. In realtà il Dominus intende farlo tornare nell’Arena in veste di spia. L’uomo sospetta  che sua moglie Verina abbia una relazione amorosa con un gladiatore e intende scoprire la sua identità, in modo da lavare l’onta subita, prima che la notizia diventi pubblica, infangando la sua reputazione. Quale modo migliore per scoprire la verità se non avvalersi di un infiltrato credibile? È così che Saevius finisce nelle grinfie di Drusus, il lanista più spietato di cui si abbia notizia.
 Portare a termine la missione affidatagli, in teoria, non dovrebbe essere difficile, ma col trascorrere dei giorni tutto si complica. Drusus si conferma feroce così come lo dipingono ma c’è qualcosa in lui che attrae incredibilmente Saevius. Al suo cospetto si sente timoroso, annichilito – nonostante sia molto più grosso di lui – eppure il pensiero di tradire la fiducia che gradualmente il lanista gli concede lo turba nel profondo. Non è solo la paura delle possibili conseguenze a destabilizzarlo ma un inspiegabile senso di lealtà che gli fa apparire il suo compito come qualcosa di profondamente sbagliato.
È un romanzo molto diverso dal solito La mano sinistra di Calvus, una storia che scardina alcuni schemi  producendo un effetto spiazzante, e nello stesso tempo si insinua sotto pelle penetrando sempre più a fondo. Il plot ingegnoso ed enigmatico,  degno di un poliziesco, e l’accuratissima descrizione del contesto storico basterebbero da soli a fare di quest’opera una piccola perla, ma Anne Gallagher non si limita a questo, confezionando un pacchetto emotivo strizza budella. Con grandissima originalità e rara sensibilità, ci parla di Amore vero, quello che coinvolge l’anima e non conosce barriere di sorta – siano esse sociali, razziali o sessuali.
Non vi dirò come né perché, giacché vale davvero la pena scoprirlo in prima persona, ma una delle tante sorprese che si annidano in questo libro è che non si tratta di un comune M/M – o forse sarebbe più corretto dire che non lo è affatto – ma di una storia d’amore che trascende la distinzione stessa dei generi maschile e femminile.
In un contesto intriso di morte e violenza, in un ambiente in cui non sembra esserci alcuno spazio per le debolezze e neppure per l’umana pietà, fiorisce un sentimento profondissimo. Si tratta di un contrasto reso con grande efficacia dall’autrice che, con poche pennellate, riesce a farci vivere le sequenze descritte. Non eccede in dettagli splatter, eppure ci fa sentire forte il bruciore di ogni sferzata, l’odore del sangue e della paura; allo stesso modo non indugia in descrizioni di sesso ma riesce a impregnare un singolo bacio, un semplice scambio di sguardi di una carica erotica senza pari.
Una volta che si comincia a leggere è quasi impossibile fermarsi, le emozioni sono così intense, la curiosità di scoprire come si evolverà la trama così irrefrenabile che quasi senza accorgersene ci si ritrova alle battute finali… ed è proprio lì che si rimane storditi, non tanto per la maratona appena corsa quanto perché ci attende una rivelazione capace di colpirci come una randellata. Un colpo di scena assolutamente inimmaginabile, del tutto anticonvenzionale e per certi versi coraggioso che disorienta e costringe il lettore a riconsiderare tutto sotto una nuova luce. Più luminosa, più interessante? Sinceramente non lo so, penso di non aver ancora metabolizzato completamente la sorpresa, quel che è certo è che l’intera storia è riuscita a scuotermi, a farmi riflettere sul vero significato dell’amore, a coinvolgermi e travolgermi senza mezze misure e quando una storia riesce a fare questo significa che ha colpito nel segno. In effetti, La mano di Calvus è un romanzo di quelli che non si dimenticano facilmente.















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