martedì 6 giugno 2017

Recensione: Il canto di Oestend

Titolo: Il canto di Oestend
Titolo originale: Song of Oestend
Serie: Oestend #1
Autrice: Marie Sexton
Traduttrice: Rita Demaria
Genere: Fantasy / Paranormal /BDSM
Note: MMM accennato
Editore: Triskell
Formato: pdf, epub, mobi
Lunghezza: 343 pagine
Prezzo: € 6,99

Descrizione:

I simboli hanno potere… 
Aren Montrell ha sentito parlare degli spettri di Oestend: misteriose creature che sbucano di notte e uccidono chiunque si trovi all’aperto. Non ha mai avuto ragione di credere alle storie, ma dopo aver accettato un posto come contabile al BarChi, un polveroso ranch nella remota prateria di Oestend, Aren impara presto quanto gli spettri siano reali. Di colpo, si ritrova a vivere in una presunta casa infestata, sigilli e generatori sono le sue uniche protezioni contro le creature invisibili della notte. Come se non bastasse, deve fare i conti con una burbera, vecchia signora cieca, “mucche” mai viste prima, oltre al fatto di essere apparentemente diventato lo scapolo più desiderato dei dintorni. 
Aren diventa anche l’unico confidente di Deacon, il nerboruto capomastro del BarChi. Deacon dirige il ranch con il pugno di ferro, ed è felice di avere finalmente qualcuno con cui parlare. Mentre la loro relazione si fa sempre più stretta, Aren scopre che c’è molto di più in Deacon e nel BarChi di quanto osasse sospettare. Deacon sembra determinato a negare sia le sue origini sia ogni diritto sul BarChi, ma se Aren vuole sopravvivere ai pericoli di Oestend, dovrà convincere il cowboy a smettere di fuggire dal suo passato e a reclamare finalmente ciò che gli spetta.
Best Gay Fantasy 2011 – Rainbow Awards

La mia recensione: 
Chi legge le mie recensioni sa che ho lasciato un pezzo di cuore a Davlova. Orfana di una serie che ho letteralmente adorato, non vi nascondo che quando ho saputo della pubblicazione de Il canto di Oestend ho fatto salti di gioia. Una nuova opera della stessa scrittrice, peraltro premiata come Best gay fantasy 2011- Rainbow Awards, suonava come una bellissima promessa. Mi sono tuffata nella lettura carica di aspettative, forse troppe, e purtroppo devo ammettere di esserne rimasta delusa.
Le premesse ci sono tutte e sin dall’incipit accendono la curiosità. Ci troviamo in un mondo immaginario diviso in due continenti: il vecchio – Lanstead – e il nuovo – Oestend. Quest’ultimo, un po’ come l’America ai tempi della sua scoperta, è stato preso d’assalto dai colonizzatori che se ne sono impossessati sterminando i nativi.
Aren Montrell, nato e cresciuto a Lanstead, terminato il college, decide di lasciarsi alle spalle la vecchia vita, costellata di umiliazioni e dolori sentimentali, e accetta così un lavoro come contabile presso il  BarChi, un ranch situato nella prateria di Oestend.
Il giovane non è mai stato laggiù e non ha idea di cosa lo aspetti, ma giunto a destinazione si accorge subito di essere finito in un luogo che, insieme all’aria pulita e una natura quasi incontaminata, cela diverse stranezze. Le mucche, per esempio, hanno proporzioni gigantesche e sono parecchio pericolose, ma la presenza più inquietante nel nuovo mondo è rappresentata dagli Spettri di cui tutti hanno terrore. A detta dei coloni, si aggirano nei pressi del ranch e uscirvi è rischioso. A tenerli  fuori sono i generatori elettrici, per cui è indispensabile curarne la manutenzione e assicurarsi che siano sempre funzionanti.
Aren non dà molto credito a queste voci, pensa siano solo leggende, fino a che non si ritrova ad alloggiare in una casa infestata…
Questo è l’affascinante scenario fantasy che ci accoglie e ci ammalia in apertura e che, dal mio punto di vista, aveva tutte le potenzialità per far sì che Oestend lasciasse il segno. La pecca è che rimane sullo sfondo, quasi come fosse un elemento secondario, perché, superate le prime pagine, nella trama si inserisce una storia d’amore, a tinte molto calde, che finisce per occupare con prepotenza l’intera scena. Nel ranch, infatti, Aren conosce Deacon, capo del personale, e fra i due scatta una forte attrazione.
I misteri di Oestend e del fantasma che infesta la casa del protagonista, a quel punto, vengono relegati in secondo piano e diventano parentesi inserite a intervalli irregolari fra numerosissime scene di sesso.
Indubbiamente la Sexton se la cava benissimo con le descrizioni hot, da questo punto di vista la sua penna è riconoscibile e apprezzabile come sempre – anche se nel caso specifico il taglio BDSM con cui sceglie di “colorire” la relazione fra Aren e Deacon suona un po’ come una forzatura nel contesto. Il problema è rappresentato dallo squilibrio fra le due componenti del romanzo, tanto marcato che, alla fine, più che come fantasy si connota come erotico.
Man mano che le pagine scorrevano, speravo di scoprire qualcosa di più su Oestend, sulla sua storia, sul suo popolo, sugli spettri, ero ansiosa di capire perché un fantasma specifico avesse preso di mira Aren, ma  puntualmente le mie aspettative venivano disattese perché invece delle risposte agognate mi venivano offerte scene di sesso.
Trattandosi del primo volume di una serie, è probabile che le lacune vengano colmate successivamente e che la storia decolli come merita – e sinceramente lo spero – al momento però mi ha lasciata molto perplessa. Lo dico a malincuore, ma da un’autrice come la Sexton mi aspettavo di più.




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