venerdì 14 settembre 2018

Recensione: Little girls

Buongiorno cari follower,
come potete evincere dal banner, a partire da oggi e per tutta la settimana, avrete la possibilità di leggere diverse recensioni in giro per i blog, tutte dedicate a Little girls, secondo titolo della collana Redrum di Triskell. Questa volta si tratta di un horror, imperdibile per chi ama le storie da brivido.

Titolo originale: Little Girls
Titolo italiano: Little Girls – edizione italiana
Autore: Ronald Malfi
Traduttrice: Raffaella Arnaldi
Editore: Triskell
Collana: Redrum
Genere: horror, ghost story
Prezzo Ebook: € 6,99 € 4,99 prezzo lancio
Prezzo cartaceo: € 13,00 € 10,00 prezzo lancio

Descrizione:
Dopo tanti anni vissuti altrove, Laurie ritorna nella casa in cui è stata cresciuta da un padre freddo e distante che di recente, in un atto finale di disperazione, ha esorcizzato i propri demoni. Ma non esiste pulizia energica che possa cancellare quel passato travagliato. Laurie lo sente annidarsi nelle modanature delle pareti, lo vede fissarla da una cornice vuota, ne ode la risata nella serra coperta di muffa in mezzo al bosco intorno a casa…
Dapprima Laurie pensa che sia tutto frutto della sua immaginazione. Ma quando incontra la nuova compagna di giochi della figlia, viene colpita dalla straordinaria
somiglianza con un’altra bambina, che una volta viveva nella casa accanto. E che è morta.
A ogni giorno che passa, l’inquietudine di Laurie si fa più intensa, e i suoi pensieri più
allarmanti. Sta lentamente perdendo il senno come suo padre? Oppure qualcosa di
ineffabile sta succedendo veramente?

La mia recensione:
Un lutto improvviso strappa Laurie alla sua quotidianità per riportarla ai luoghi della sua infanzia, nel Maryland. Da parecchi anni manca dalla casa paterna, era ancora bambina, infatti, quando i suoi genitori hanno divorziato e lei si è trasferita con la mamma in Connecticut. Ora che il padre è morto suicida lasciando lei come unica erede di una enorme villa, suo malgrado, le tocca tornare per occuparsi della vendita dell’immobile.
Il marito, Ted, accoglie la notizia come una manna dal cielo: il suo lavoro di commediografo non rende abbastanza da garantirgli la tranquillità economica e l’inattesa eredità può risolvere tutti i suoi problemi. La figlia Susan, di dieci anni, è contrariata perché nel cuore dell’estate è costretta a lasciare le sua amichette per recarsi in un luogo sperduto, ma il suo disappunto non dura a lungo giacché, giunta a destinazione, non tarda a trovare nella piccola Abigail, la figlia dei vicini, una nuova compagna di giochi.
Tutt’altra storia è per Laurie che del periodo trascorso in quella vecchia casa non conserva buoni ricordi. Varcarne la soglia, per lei, è come riavvolgere il nastro del tempo e risvegliare i fantasmi del passato.
Se state pensando a traumi legati al rapporto con un padre violento o alle liti familiari che di solito precedono i divorzi, siete fuori strada, perché il suo incubo ha il visetto innocuo di una bimba e si chiama Sadie. Era la sua vicina di casa all’epoca, l’amica con cui ha condiviso giochi e segreti fino a che non è morta precipitando dal tetto di una serra.
È nel rapporto con lei che si cela qualcosa di orribile, qualcosa che Laurie non ha mai confidato a nessuno e che ancora la perseguita. La casa della sua infanzia fa rivivere proprio quel ricordo, ma non è tutto. Abigail, la nuova amichetta di Susan, somiglia in modo inquietante a Sadie e fa cose strane che causano alla donna un orribile senso di déjà-vu.
Sono questi gli elementi che Ronald Malfi posiziona in uno scenario dalle atmosfere gotiche per dar vita a una ghost story dalle forti implicazioni psicologiche.
L’ambientazione svolge un ruolo fondamentale al fine di proiettarci in un microcosmo ad altissima tensione. Gli spazi enormi, gli oggetti in essa custoditi, la sensazione che le pareti respirino e guardino i presenti sono lì a creare un profondo senso di disagio e a suggerci l’idea di un pericolo strisciante, forse tangibile forse no.
In questo contenitore di per sé poco rassicurante serpeggiano svariati sospetti che si intrecciano componendo una trama ricca di suspense: il padre di Laurie si è davvero tolto la vita o qualcuno lo ha ucciso? In tal caso, chi e perché? Abigail è sul serio chi dice di essere e la sua somiglianza con Sadie è casuale, oppure è una sorta di rincarnazione maligna della bambina morta tanti anni prima? Laurie è vittima di allucinazioni o davvero la villa in cui si trova ha un potere malefico sulle persone?
Interrogativi simili prendono forma man mano che si procede nella lettura, e a volte sembrano ottenere una risposta che puntualmente viene smentita da un nuovo accadimento o da un dettaglio che rimette tutto in discussione. Sospesi su questa altalena virtuale, in bilico fra realtà e delirio, ci ritroviamo immersi in un incubo di quelli che spaventano e disorientano proprio perché non consentono di mantenere nitido il confine fra ciò che è reale e ciò che è prodotto dall’immaginazione.
Sadie, di sicuro, è il personaggio più riuscito, disturbante e terrorizzante proprio perché si offre in una veste  innocua, pur rivelando sin da subito dei particolari che stridono con un ritratto di perfetta innocenza. Sebbene alcuni snodi siano prevedibili, la storia non manca di rivelarci svolte inattese mantenendo alto il livello di attenzione fino alla fine.

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