L'INNOCENZA DELLE VOLPI
Torey L. Hayden
Traduzione di Lucia Corradini Caspani
Pagg. 360
€ 16.90
Narrativa
Collana: Narratori Corbaccio
Traduzione di Lucia Corradini Caspani
Pagg. 360
€ 16.90
Narrativa
Collana: Narratori Corbaccio
Descrizione:
Abundance, nel Montana, non è il paradiso che il nome sembra suggerire. È
un luogo aspro e selvaggio, circondato da montagne e boschi di grande
bellezza, ma afflitto da disoccupazione e miseria. Dixie è una giovane
donna triste che ha appena perso un figlio di pochi mesi e che è
fidanzata con Billy, un uomo ingenuo e violento allo stesso tempo,
incapace di tenersi un lavoro per più di pochi giorni. Nel fortuito
incontro con Tennessee, un bambino di nove anni, figlio non voluto e non
amato di un famoso attore di Hollywood, Billy vede un mezzo per
diventare ricco: lo sequestra e chiede un riscatto. Ma i giorni passano e
i soldi non arrivano. E Dixie, a poco a poco, instaura con il bambino
un rapporto emotivamente intenso. Con conseguenze imprevedibili per
tutti...
L'autrice:
Torey L. Hayden è nata negli Stati Uniti, nel Montana, ma vive da
molti anni in Inghilterra. La sua esperienza di insegnante nelle scuole
per bambini emotivamente labili e negli istituti psichiatrici ha fatto
di lei una specialista di riferimento nella ricerca sulla psicologia
infantile. I suoi numerosi libri, in cui ha raccontato alcuni dei suoi
«casi», sono stati tradotti in oltre 20 lingue e sono stati spesso
adottati come testi di studio in diverse università.
La mia recensione:
Abundance
è un paesino del Montana circondato dalle montagne e immerso nel verde.
Sebbene il suo paesaggio fiabesco, unitamente al nome, suggerisca
l’idea di un piccolo angolo di paradiso, la realtà che vi si cela è ben
diversa. Nessuna abbondanza ma disoccupazione e miseria caratterizzano
la vita dei suoi abitanti.
È
qui che vive Dixie con il compagno Billy. Lei è una donna fragile con un
passato difficile alle spalle e ha appena perso il figlio di soli nove
mesi. Lui è un uomo frustrato, violento, dedito all’alcol e incapace di
mantenere un lavoro per più di pochi giorni. La morte di quel bambino
non suo sembra non averlo scalfito minimamente. Il suo unico cruccio è
rappresentato dalla somma di denaro che deve pagare alle pompe funebri
per il funerale e che lui spenderebbe volentieri in modo diverso. Il suo
sogno è quello di poter comprare dei cavalli e di fare il cowboy. Un
obiettivo irrealizzabile fino a che un caso fortuito non gli fornisce
l’occasione per dare una svolta al suo destino. Billy si imbatte
infatti in un ragazzino che si aggira smarrito tra i boschi dopo essere
scappato di casa. Si tratta di Tennesee, il figlio del famoso attore
Spencer Scott che ha scelto proprio Abundance per staccare la spina e
concedersi una pausa lontano dai riflettori insieme alla nuova compagna.
Quale occasione migliore di questa per far soldi in modo facile?
Senza pensarci due volte, l’uomo rinchiude il ragazzino nel cassone del suo furgoncino e lo porta a casa.
Dixie
verrà così coinvolta in un sequestro che non approva assolutamente ma
al quale non riesce nemmeno a opporsi. In breve si ritroverà costretta a
nascondersi tra le montagne e a far da guardia all’ostaggio intanto che
il suo uomo studia il modo per ottenere il riscatto. Il compito si
rivelerà particolarmente arduo perché Tennesee è tutt’altro che un
angioletto. È un bambino aggressivo, maleducato e insopportabile. La
situazione sarà aggravata dal fatto che Billy li abbandonerà spesso con
la scusa di tornare in paese a gestire le trattative dimenticandosi
persino di lasciar loro viveri a sufficienza. La donna e il bambino
dovranno dunque lottare per la sopravvivenza. Tra scontri e difficoltà,
non potranno però fare a meno di approfondire la reciproca conoscenza.
Pian piano Dixie si affezionerà a lui e ciò scatenerà conseguenze
imprevedibili quanto incontrollabili…
Al
pari di un’esperta psicologa, l’autrice ci fa penetrare nelle menti dei
suoi protagonisti, li rende vivi tanto da suscitare forti reazioni
emotive nel lettore ma costringendolo nel contempo a sospendere
qualsiasi giudizio.
Suscita
rabbia Dixie che subisce le botte e asseconda le assurdità del suo uomo
perché troppo debole per ribellarvisi. Scavando nel suo passato, il suo
senso di dipendenza però appare come l’inevitabile conseguenza di
determinate esperienze.
Suscita
antipatia e disprezzo Billy per il suo cinismo, per l’egoismo e la sua
propensione alla violenza ma contemporaneamente induce alla compassione.
Per quanto i suoi comportamenti siano ingiustificabili, la sua logica
malata non fa una grinza. Egli si sente vittima di un’ingiustizia perché
è nato nei boschi, ha l’indole di un cowboy eppure è condannato a
vivere di espedienti perché non ha abbastanza soldi per realizzare i
suoi sogni, mentre un attore viziato come Spencer Scott può permettersi
di possedere un magnifico cavallo che non è neanche capace di cavalcare.
D’altra
parte la maschera di perfezione indossata dall’attore hollywoodiano non
manca di sgretolarsi al primo colpo. È ricco sì, e sul set è un dio, ma
la sua vita privata è altrettanto costellata di lustrini?
Perché non accetta suo figlio e sembra odiarlo al punto da indugiare a lungo prima di prendere sul serio la sua scomparsa?
E
che dire di Tennesee? È sboccato, antipatico, intrattabile ma
sicuramente non è facile per un bambino della sua età sentirsi un peso
per tutti. La madre non perde occasione per sbarazzarsi di lui e il
padre non si stanca di ripetergli che non lo ha mai voluto. Legato,
imbavagliato, maltrattato, deve fare i conti con un dato di fatto ben
più doloroso delle percosse: nessuno lo cerca, nessuno desidera davvero
che torni a casa.
Se
il plot è quello di un thriller mozzafiato, leggendo ci si rende conto
che quella narrata da Torey L. Hyden è una storia intensa, una storia
che ci fa scontrare con il dolore di un’infanzia deturpata dall’egoismo e
dall’indifferenza degli adulti ma anche con luci e ombre della
maternità.
Ci
mostra come anche le esperienze più traumatiche possano riservare
qualcosa di buono trasformandosi in occasioni per guardare dentro se
stessi e diventare persone migliori.
Attraverso
un linguaggio che alterna immagini vivide a profondi momenti di
introspezione, l’autrice ci restituisce la crudezza di una vicenda,
atroce e verosimile, riuscendo a innestare la poesia in un terreno che,
all’apparenza, la respinge. La cronaca di un orribile sequestro diviene
allora anche cronaca dello sbocciare di un rinnovato senso materno,
della rinascita del coraggio e della possibilità di riscatto.
Un
romanzo che “disturba”, scuote le coscienze e provoca il pianto ma che
si rivela un inno al diritto di amare ed essere amati regalandoci la
speranza che ciò sia possibile, nonostante tutto.
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