Titolo: Un Amore di Angelo
Autrice: Federica Bosco
Editore: Newton Compton
Collana: Anagramma
Pagine: 384
Prezzo: 9,90
Descrizione:
Nei mesi
trascorsi a Firenze a casa della nonna, Mia ha sempre sentito Patrick vicino a
sé. Da quando le onde del mare lo hanno inghiottito, non ha mai smesso di udire
la sua voce, e la sua presenza veglia su di lei come un angelo. Adesso Mia è di
nuovo in Inghilterra e ha finalmente ottenuto l’occasione che attendeva da
sempre: un’audizione alla Royal Ballet School. Ma quando, su quel palco, ha
capito che il sogno stava per trasformarsi in vita reale, ha pronunciato il suo
no. Non ha potuto rinunciare alla libertà di danzare senza regole, vincoli,
restrizioni. Pat le è stato sempre accanto, anche di fronte a una decisione
così complicata. Per Mia può ora iniziare una nuova vita: lei e Nina, l’amica
del cuore con cui ha ricostruito un rapporto che pensava perso, vanno a vivere
a Londra, dove Mia si iscrive a una scuola d’arte che la entusiasma, The Brit.
Ma Londra non è solo divertimento e cambiamenti: le due amiche dovranno
affrontare insieme anche la difficile gravidanza di Nina. A sostenerla, come
sempre, ci sarà l’eterea presenza di Patrick…
La mia recensione:
Appartengo alla folta schiera di lettrici che, avendo
seguito con passione le vicende di Mia e Patrick, hanno atteso con trepidazione
la pubblicazione del capitolo conclusivo della trilogia.
Desideravo rincontrare i personaggi a cui mi ero affezionata
ed ero curiosa di scoprire come sarebbe finita la storia. A lettura conclusa
provo un profondo senso di nostalgia, segno evidente che, ancora una volta,
l’autrice ha fatto centro.
Penso che la scrittura di Federica Bosco abbia qualcosa di
magico perché riesce a rapire ed emozionare pur senza ricorrere a grandi
effetti speciali. Nonostante la presenza di un angelo tra i protagonisti, a
partire dal secondo volume, conferisca un piccolo tocco surreale al racconto,
la sua è una storia che si compone di ingredienti semplici, di piccole e grandi
esperienze di vita universalmente condivisibili. I tre capitoli che compongono
la saga hanno il sapore e i colori di una favola moderna ma, nel contempo, ci
regalano un affresco genuino e realistico dell’adolescenza. Leggendo questi
libri ho avuto la sensazione di fare un tuffo nel mio stesso passato, di
rivivere le gioie, i dolori, le grandi speranze e le illusioni che hanno
contrassegnato i miei sedici anni.
Forse, proprio per questo, pur non avendo una spiccata indole romantica, sono
caduta nel vortice e mi sono lasciata conquistare in pieno.
Con Un Amore di Angelo
il cerchio si chiude in maniera perfetta, probabilmente nell’unico modo
possibile affinché non si perdesse il contatto con la realtà senza, tuttavia,
rinunciare al sogno.
Dopo aver brillantemente affrontato l’audizione alla Royal
Ballet School, Mia si ritrova a fare i conti con se stessa, a guardare dentro
di sé per capire cosa desidera davvero e quale direzione dare al suo futuro.
Comprende che una scuola improntata sulla disciplina ferrea e sullo spirito di
competizione non può permetterle di esprimere al meglio la sua creatività.
Chiusa in una gabbia dorata, di sicuro non sarebbe felice, finalmente prende in
mano le redini del suo destino e compie una scelta: seguire Nina, l’amica
ritrovata, a Londra e iscriversi alla Brit, una scuola d’arte in cui potrà
sperimentare anche altri tipi di danza.
Per le due ragazze è
l’inizio di una nuova importantissima esperienza, quasi un battesimo del fuoco
che segnerà il loro ingresso nel mondo degli adulti.
Sebbene l’amica di famiglia Betty le segua a Londra e la zia
Kate sia loro vicina di casa, entrambe devono imparare a badare a se stesse. La
prova è resa più dura dal fatto che Nina aspetta un bambino e sta per compiere
il difficile salto che dalla spensieratezza dell’adolescenza la catapulterà in
una dimensione fatta di responsabilità e rinunce.
Mia può ancora contare sulla presenza del suo
Angelo − voce onnipresente nella sua
testa che la guida e la incoraggia − ma si ritrova a fronteggiare una serie di
difficoltà. Da una parte c’è sua madre che fatica ad accettare la sua scelta e
c’è la nonna che, disapprovando, si è irrimediabilmente allontanata da lei. Dall’altra c’è la nuova scuola che rappresenta una
preziosa occasione ma anche una grande sfida. E poi c’è lei, Nina, piccola e
fragile con la sua creatura in grembo alla quale deve il suo sotegno.
Naturalmente non mancheranno nuovi incontri, più e meno
fortunati, che ci permetteranno di affezionarci a nuovi personaggi. Conosceremo,
tra gli altri, il temibile insegnante di coreografia Goddart, la cugina di Nina
Eileen che ci riserverà qualche sorpresa, l’antipatica Joey e il simpaticissimo
Adam che riuscirà a suscitare la gelosia di Patrick.
Con lo stile frizzante e ironico che la caratterizza,
Federica Bosco ci introduce in questa nuova fase della vita di Mia, disegnando
il suo percorso di crescita. Nei primi capitoli rincontriamo la ragazzina
fortemente provata dalle esperienze drammatiche che l’hanno segnata e ancora
incapace di elaborare il lutto. Malgrado sia animata dalla voglia di reagire, ostenta
un atteggiamento immaturo, tende a piangersi addosso e a fuggire di fronte alle avversità tanto da risultare, a tratti, esasperante. Gradualmente però la
vediamo evolversi e tirare fuori una grinta insospettabile, grinta che le sarà
indispensabile per acquisire definitivamente la consapevolezza di non poter
andare avanti rimanendo ancorata al passato.
Così come nei libri precedenti, non mancano i piccoli
complotti, le gag divertenti e alcune svolte tipicamente da fiaba ma i
sentimenti rimangono costantemente autentici e padroneggiano la scena
dall’inizio alla fine. Leggendo si ride, si piange, si sogna e ci si
risveglia, proprio così come accade nella realtà di tutti i giorni.
Man mano che le pagine scorrono − e vi garantisco che è
davvero difficile distogliere lo sguardo − il romanzo si connota sempre più
come un dolcissimo inno alla vita, un invito a riflettere su quanto sia
imprevedibile e incredibilmente breve, e proprio per questo meritevole di
essere sorbita fino all’ultima goccia. Vivere, vivere intensamente, senza
lasciarsi irretire dalla paura di soffrire, restare con i piedi ben saldi per
terra ma mai rinunciare a sognare, in fondo niente conta più di questo.
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