lunedì 20 luglio 2015

Recensione in anteprima: Duetto

In uscita domani 21 lulgio 2015
Titolo: Duetto 
Titolo originale: Duet
Autore: Eden Winters
Editore: Deamspinner
Genere: Storico, paranormale, contemporaneo
Pagine: 228
Prezzo: 6,99
Disponibile qui
 
Descrizione:
I decreti di un conquistatore non possono separare Aillil Callaghan dal suo retaggio scozzese. Indossa con orgoglio il tartan del suo clan – ora proibito – aspettando il giorno in cui diventerà Laird, restaurando così il buon nome della sua famiglia e combattendo per liberare la Scozia dalla tirannia inglese. Un inglese nella sua casa? Un abominio! Eppure, il tutore che suo padre ha assunto per i suoi fratelli può avere qualcosa da insegnare anche all’erede dei Callaghan.
Il violinista e letterato Malcolm Byerly ha lasciato il Kent spinto dalla paura, cercando solo un impiego tranquillo, menti curiose a cui insegnare e un luogo ove mantenere celati i suoi segreti. Non sa che tra i suoi studenti vi sarà anche il fratello maggiore dei ragazzi – un barbaro che odia gli inglesi – e che il suo tartan rosso e verde nasconde un cuore affine. Il comune amore per la musica rompe le barriere tra due mondi.
Il padre di Aillil minaccia il loro amore, ma un pericolo più grande li divide. I due svaniscono nella leggenda.
Due secoli dopo, il violinista Billy Byerly arriva a Castle Callaghan e si sente stranamente a casa. Le leggende parlano di un Laird perduto che infesta il castello in attesa del ritorno del suo amante, ma Billy non crede alle leggende, ai fantasmi, o all’amore che dura oltre la vita.
Il Laird perduto, però, sa cosa gli appartiene.
 
La mia recensione:
Aprite il cuore e la mente. Penso che questo sia l’atteggiamento migliore per accostarsi alla lettura di Duetto: un romanzo insolito, pregno di magia e che rompe gli schemi in molti sensi.
Il numero richiamato dal titolo si riferisce alla musica – nello specifico a una particolarissima esecuzione in coppia che si sprigionerà dalle corde di due  violini identici e che, vi garantisco, vi faranno vibrare anche quelle dell’anima – tuttavia, l’idea di dualità attraversa l’intera opera connotandola a più livelli.
Due sono i tempi che scandiscono il racconto: il 1758 e i giorni nostri. Due sono gli indimenticabili protagonisti. Due le culture che si scontrano nella prima parte: quella inglese e quella scozzese. Due,  e molto differenti fra loro,  i modi in cui la società si rapporta all’omosessualità nei periodi  storici di riferimento – il che giocherà un ruolo fondamentale nella relazione d’amore intorno a cui ruota la trama.  Due, infine, sono i blocchi in cui si divide il libro che, in realtà, contiene altrettante storie, diverse per genere e tali da potersi reggere anche autonomamente, sebbene legate saldamente da un filo, sottile quanto impossibile da spezzare.
Per la prima metà è un romance storico a tutti gli effetti e ci narra la struggente storia d’amore fra il violinista Malcom Byerly e il giovane scozzese Aillil Callaghan. Giunto a Castle Callaghan per impartire lezioni di musica ai figli del laird, Malcolm inizialmente non viene accolto bene dal maggiore, Aillil, che nutre un profondo odio per gli inglesi. Orgoglioso delle sue origini e della cultura del suo popolo, egli non accetta le restrizioni imposte dal governo inglese che proibiscono di indossare il tartan, suonare la cornamusa, parlare il gaelico e sogna di poter, un giorno, contribuire alla liberazione della Scozia. Eppure, ben presto, si renderà conto che i sassenach, come li definisce lui con disprezzo,  non sono tutti tiranni e non sono necessariamente cattive persone. Malcolm, infatti, si mostrerà colto, dolce, tollerante, rispettoso del suo retaggio e molto più simile  a lui di chiunque altro. Conoscendosi i due giovani scopriranno, infatti, di condividere una grande passione per la musica, ma soprattutto qualcosa di più intimo: l’attrazione per gli uomini, che diventerà attrazione reciproca. Gli incantevoli paesaggi delle highlands, cullati dalla musica di due violini che suonano in simbiosi, faranno da cornice alla relazione che unirà i due protagonisti e, nel contempo, al dramma che ne scaturirà quando si infrangerà sullo scoglio dell’intolleranza, giacché l’omosessualità ai loro tempi era considerata alla stregua di un vero e proprio reato e, come tale, perseguita.
Nella seconda metà dell’opera, compiamo invece un grande salto temporale e ci ritroviamo nel presente per seguire una narrazione che procede al confine della realtà. Il romance storico cede il passo al paranormal, le luci si abbassano e l’atmosfera di incupisce. Il fulcro intorno a cui aleggia la musica e danza la prosa di Eden Winters è rappresentato sempre dall’amore fra Aillil e la sua “piccola volpe”, ma questa volta la trama che ci ghermirà sussurra di fantasmi, aldilà, reincarnazione…
Questa commistione di generi, unitamente alla particolare struttura del testo mi ha sorpresa piacevolmente. Ho trovato originale l’idea dell’autrice e intrisa di fascino la svolta paranormale che, per una questione anche di gusti personali, ho apprezzato tantissimo.
Sebbene proprio la seconda parte mi sia sembrata un tantino frettolosa, più raccontata che mostrata rispetto alla prima che, al contrario, segue un ritmo più lento e presta maggior attenzione alla caratterizzazione di luoghi e personaggi, ho amato il romanzo nel suo insieme.
Mi sono sentita completamente rapita dalla bellissima storia di Aillil e Malcolm, quasi una favola agrodolce che sa fondere il fascino di una Scozia d’altri tempi con le atmosfere dei giorni nostri, la storia con il mistero, la realtà con la fiction, la gioia dell’amore con la tristezza dell’intolleranza. Un bellissimo inno a un sentimento tanto forte da unire finanche oltre la morte e da abbattere tutte le barriere.


 

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