mercoledì 2 marzo 2016

Recensione: Il ragazzo che veniva dal freddo

Titolo: Il ragazzo che veniva dal freddo
Autore: B.G. Thomas
Traduttore: Ugo Telese
Editore: Dreamspinner
Genere: contemporaneo
Pagine: 244
Prezzo: 6,99
Disponibile qui 

Descrizione:
Todd Burton ne ha abbastanza del paesino di Buckman. Il patrigno manesco lo chiama frocio. Il suo amico Austin gli fa capire che potrebbe essere gay, ma Todd non vuole ammettere che il patrigno potrebbe avere ragione. E poi lui sogna di diventare uno chef. Tre buoni motivi per lasciare il paese natale e dirigersi verso ‘pascoli più verdi’. Quando però Todd raggiunge la grande città, la fortuna lo abbandona. Ben presto non riesce più a pagare l’affitto e viene sfrattato. Nel bel mezzo di una tempesta di neve.
Gabe Richards è un ricco uomo d’affari che è stato ferito abbastanza volte nel passato da fargli temere che non riuscirà più ad avvicinarsi di nuovo a qualcuno. Quando però vede fuori dal suo palazzo Todd, che si sta congelando, prova pietà per lui e gli offre un riparo dal freddo.
Con loro reciproca sorpresa, Todd e Gabe si scoprono attratti l’uno all’altro. ‘Una notte’ diventa una settimana. Forse il ragazzo che viene dal freddo scioglierà il ghiaccio attorno al cuore di Gabe. E forse essere sfrattato si rivelerà per Todd un colpo di fortuna.
 
La mia recensione:
Fiocchi di neve che vorticano nell’aria e ghiaccio che si insinua sotto pelle. Un ragazzo con una giacca fuori stagione che cerca un minimo riparo. Una forte sensazione di freddo, insistente, tangibile: è quello che si prova leggendo l’incipit di questo romanzo. Bastano poche battute però perché il gelo venga spazzato via dal calore di un sorriso, di una parola buona, di un gesto che avvolge l’anima come un caldo abbraccio; e sarà  proprio questo senso di accoglienza, di tepore umano, ad accompagnarci per tutta la lettura.
È Todd il ragazzo che indossa abiti troppo leggeri, che finge di attendere un passaggio mentre cerca di rifugiarsi nel portone di un condominio a Kansas City. Rimasto senza lavoro e sfrattato perché non ha abbastanza soldi per pagare l’affitto, è ufficialmente un senzatetto. Ad accorgersi di lui, prima che l’amministratore dello stabile possa cacciarlo fuori, è Gabriel Richards. Lui in quel palazzo ci abita, capisce subito che il  giovane è in difficoltà e, scambiandolo per un prostituto, lo invita a salire nel suo appartamento. Tepore e un po’ di soldi in cambio di compagnia: suona più o meno così la sua offerta. Ragionevole, forse, ma non per Todd giacché lui non è in vendita e soprattutto non è gay. “Frocio” era l’epiteto con cui gli si rivolgeva il suo patrigno, l’orribile uomo manesco da cui è fuggito, era lui ad accusarlo di essere un deviato, ma la verità è diversa… oppure no?
Dapprincipio il ragazzo rifiuta con decisione la proposta dell’uomo, e non esita a manifestare tutto il suo disappunto per essere stato scambiato per una checca. Poi il freddo incalza, Todd viene invitato a uscire e l’ipotesi di fare un servizietto a quello sconosciuto comincia a sembrargli preferibile  alla bufera che lo attende fuori.
È così che si ritrova a bussare alla porta di Gabe, pregandolo di farlo entrare. Varcata la soglia, però, non accadrà niente di ciò che aveva immaginato. Una volta chiarito l’equivoco circa la sua presunta “professione”, il suo ospite non vorrà approfittarsi di lui, si limiterà a tendergli una mano.
Questo incontro, così sopra le righe, segnerà di fatto il principio di una bellissima storia – di amicizia prima, di amore poi –, che ha tutto il sapore di una favola moderna.
L’ospitalità per una notte, si protrarrà per un secondo giorno e poi per un altro giorno ancora. La verità è che fra i due scatterà subito qualcosa, una forte attrazione che, a dispetto di tutto, impedirà loro di separarsi.
Stando a contatto con Gabe, Todd scoprirà di desiderarlo come non ha mai desiderato la sua ex ragazza. Ripercorrendo episodi cruciali della sua infanzia e della sua adolescenza, comincerà a rendersi conto che le accuse del patrigno, sebbene sputate con cattiveria, non erano poi del tutto infondate. Pian piano ogni tassello andrà al suo posto è il ragazzo capirà di aver sempre negato a se stesso la realtà.
Gabe, dal suo canto, in Todd rivedrà Brett, un ragazzo che ha amato in passato e che gli ha spezzato il cuore. Stargli vicino, aiutarlo, donargli il suo amore, rappresenterà per lui una sorta di occasione di riscatto, un modo per riappacificarsi con ciò che è stato e trovare la forza di andare avanti.
A conti fatti i due protagonisti  finiranno per aiutarsi reciprocamente, l’essersi conosciuti si rivelerà una specie di miracolo per entrambi, miracolo che sarà coronato dallo sbocciare del sentimento.
La positività sembra essere il tratto distintivo di questo romanzo. Il dolore e le difficoltà non mancano nei trascorsi dei suoi personaggi, ma sono relegati alle spalle, sono il bagaglio di esperienze di cui fanno tesoro per concedersi una seconda chance e conquistare la felicità. Dal momento in cui Todd e Gabe si incontrano, il percorso si sviluppa in discesa, è come se l’amore che gradualmente sta nascendo dentro di loro abbia il potere di trasformare in petali persino le spine.
Proprio come in una favola, Gabe entra nella vita di Todd al pari della fata buona, capace di aggiustare tutto, ma vale anche il contrario.
A coronare la fiaba si aggiungono poi degli aiutanti d’eccezione, come l’impavida e razionale Tracy – amica di Gabe – e lo stravagante Peter Wagner – suo datore di lavoro, nonché colui che lo ha strappato dalla strada quando versava in condizioni simili a quelle di Todd.
Non posso negare che leggendo questa storia, più di una volta, ho pensato che nella realtà, di solito, le cose sono un po’ più complicate di così. Mi è parso tutto un po’ “troppo bello per essere vero”, a cominciare da Gabe (Gabriel per esteso) che si rivela un angelo di nome  e di fatto e sembra non avere nemmeno un difetto. Nonostante ciò, ne sono stata conquistata. L’aura fiabesca mi ha travolta, la positività mi ha contagiata, al punto che mi sono lasciata andare e , per qualche minuto, sono riuscita staccare i piedi da terra godendomi il sogno, un bel sogno che comincia col freddo e poi ti avvolge come fosse una soffice coperta.







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