Titolo: Democrazia, vrità storica, libertà
Autore: Luca Immordino
Editore: Cavinato
Pagine: 155
Prezzo: 12,00
Descrizione:
L'opera inizia riprendendo brevemente l'origine della democrazia risalente all'antica Grecia, attualizzandone la descrizione attraverso paragoni e similitudini con le attuali democrazie. Nella seconda parte del libro si entra nel merito dell'analisi sulle attuali democrazie con riflessioni sul concetto di libertà e di verità storica: i sistemi democratici devono garantire una quanto più ampia libertà ed il concetto di libertà è strettamente legato al diritto di sapere cosa succede e cos'è successo negli affari di stato. Se non si sa, non si conosce e una cosa che non si conosce è come se non esistesse: nascondere fatti importanti è privare della democrazia ed appropriarsi della libertà di gestire come si vuole una determinata situazione anche per gli altri. Nell'ultimo capitolo infine, verranno proposti al lettore esempi di rilevanti fatti accaduti, in modo da invogliarlo alla lettura critica di tali cruciali eventi. La critica abitua alla riflessione ed a capire meglio certi meccanismi che i potenti cercano di nascondere.
La mia recensione:
Siamo
in democrazia. Per quel che ci riguarda, questa dovrebbe essere una verità
incontestabile, giacché l’Italia, almeno sulla carta, è un paese democratico.
Ma
siamo davvero sicuri che il sistema in cui viviamo rispetti i principi basilari
della democrazia?
Nel
suo breve saggio, Luca Immordino analizza questa forma di governo e gli ideali
sui cui è germogliata, provando a rispondere all’interrogativo, o quanto meno a
fornirci degli utilissimi spunti da cui partire per elaborare una nostra
risposta personale.
Il
libro si apre con un excursus storico che
parte dalla nascita della democrazia nell’Antica Grecia e si spinge fino al suo
declino.
In
questo ambito vengono messi a fuoco gli elementi fondamentali che la caratterizzarono
sin dagli albori: libertà e partecipazione, sottolineando lo stretto vincolo
sancito dai greci fra politica e cultura, giacché per partecipare occorreva
conoscere le leggi e i fatti su cui prendere decisioni.
E
nel contempo, ne vengono evidenziati i
punti deboli: da un lato l’esclusione di donne e schiavi dalla vita politica, che
contraddiceva nei fatti una partecipazione universale; dall’altro l’impiego di
mezzi come l’ostracismo e la censura, che limitavano la stessa libertà
promossa, facendo sì che le personalità più carismatiche, o più predisposte a
far presa sulle masse, potessero condizionarne i voti.
Attraverso
un’analisi sintetica – forse troppo – ma lucida e supportata da precisi
riferimenti storici e rimandi bibliografici, l’autore ci fornisce dunque un
quadro della democrazia greca da poter mettere a confronto con il modello
vigente nella società attuale.
Prima
di volgere lo sguardo al nostro presente, tuttavia, apre una finestra su
un ipotetico futuro, dedicando un intero
capitolo – che poi è quello più speculativo dell’opera – a cosa e come potrebbe
essere la democrazia in un contesto ideale, libero da vizi e storture e
realmente votato all’affermazione della massima libertà individuale nel
rispetto di un interesse e di un benessere comuni. Una rapida carrellata di
riflessioni e suggerimenti davvero interessanti e facilmente condivisibili,
anche se lasciano un po’ l’amaro in bocca perché fanno emergere il carattere
utopico dell’ideale.
Il
salto ai giorni nostri pone subito in evidenza la principale differenza fra il
modello democratico attuale e quello greco: oggi sperimentiamo una democrazia
di rappresentanza. A partecipare alla vita politica non è più direttamente il
popolo, ma sono i rappresentanti scelti dal popolo attraverso il voto.
“Il
voto è solo l’ultima parte del processo democratico; se si trasforma in mero
gradimento senza consapevolezza, la democrazia diventa solo una parvenza e
l’elettore è solo un suddito incosciente di esserlo.” Afferma Immordino e
proprio a partire da qui, ci mostra le falle di un sistema che, oggi più di
ieri, si presta a manipolazioni tali da limitare nella concretezza la nostra
libertà e la nostra partecipazione alla vita politica, quasi senza che ce ne
accorgiamo.
Un’ampia
parte è poi dedicata al rapporto/confronto fra ideale democratico e
capitalismo: due realtà che nella nostra società convivono ma che, a ben
guardare, risultano antitetiche.
Basti
pensare al fatto che il capitalismo, votato al profitto, auspica l’omologazione
delle masse e tende ad annullare le individualità,
laddove la democrazia ricerca il miglior modo per difenderle e valorizzarle.
Prima
di arrivare al rush finale, non manca uno sguardo agli altri sistemi democratici
attualmente vigenti, primo fra tutti quello americano e ai delicati equilibri
che regolano la politica internazionale e il rapporto fra democrazie.
Il
saggio si chiude con una serie di argomenti scottanti – dai disegni politici
terroristi, alla connivenza fra stato e Mafia, passando per la
strumentalizzazione del potere spirituale per perseguire interessi economici,
fino ad arrivare al controllo dell’opinione pubblica. Si tratta di fatti,
pagine della nostra storia e del nostro presente che qui vengono esposti senza
emettere giudizi di valore, affinché ciascuno di noi possa inserirli nel quadro
d’insieme per trarre le proprie conclusioni.
Una
lettura interessante e che ci tocca molto da vicino. Un’occasione in più per
riflettere su ciò che, forse, diamo per scontato, nonché un invito a
risvegliare le nostre coscienze e magari attivarci per la costruzione di un
futuro migliore.
Nessun commento:
Posta un commento