Titolo: Lucky Supreme
Autore: Jeff Johnson
Editore: FanucciNoir
Data di pubblicazione ebook: 3 gennaio
Data di pubblicazione cartaceo: 17 gennaio
Prezzo ebook: 4,99
Prezzo cartaceo: 14,00
Descrizione:
In una Portland plumbea e in balìa di una
selvaggia gentrificazione, Lucky Supreme, lo squallido negozio di tatuaggi,
resta un’istituzione. Il locale vanta decenni di storia ed è ormai un’enorme
croce nera sulla mappa mentale della brulicante vita notturna della Città
Vecchia. Ma per quanto tempo ancora riuscirà a sopravvivere? Al suo interno,
Darby Holland, quarantenne tormentato da demoni del passato pronti a condurlo
sull’orlo della pazzia, nasconde preziosi bozzetti e segreti inconfessabili. E
se finora Lucky Supreme si è rivelato il luogo ideale per tenerli al sicuro,
quando uno dei suoi disegni gli viene rubato e riappare in California, Darby è
costretto a utilizzare ogni mezzo, lecito e non, per difendere il suo locale, la
sua reputazione e, non ultima, la sua salute mentale. Ciò che ancora non sa,
però, è di avere a che fare con gente con la quale è meglio non scherzare. In
un mondo popolato da indimenticabili abitanti della notte, in cui denaro, bugie
e crimine la fanno da padroni, Darby dovrà contare su tutte le proprie abilità
e su una buona dose di fortuna per poter rimanere in vita...
La mia recensione:
Annidato nel cuore torbido della Città
Vecchia, con la sua insegna fulminata e una prostituta sul marciapiede a fare
da mascotte, il Lucky Supreme è uno
dei negozi di tatuaggi più longevi di Portland. A gestirlo è Darby Holland, un
uomo dai trascorsi burrascosi, tuttora una sorta di equilibrista allenato a
muoversi ai margini della legalità, del resto solo chi possiede simili doti può
sopravvivere in un ambiente in cui imperano vizi, degrado e povertà. I suoi
collaboratori e apprendisti non sono da meno, sono tutti artisti maledetti, in
qualche modo, persone in grado di impugnare una pistola con la stessa
disinvoltura con cui impugnano una macchinetta per incidere la pelle.
Fra un tatuaggio, una sbornia e le
immancabili paranoie di Dimitri, il proprietario depresso di buona parte degli
immobili presenti in zona, compreso l’edificio che ospita il Lucky Supreme, la
vita scorre tranquilla, fino a che Darby non riceve una notizia che lo invoglia
a chiudere un vecchio conto rimasto in sospeso. Un suo amico è riuscito a
rintracciare Jason Bling, un suo ex apprendista che un po’ di tempo addietro è
sparito dopo avergli rubato alcuni bozzetti, che teneva esposti nel locale,
realizzati da Roland Norton, un vecchio tatuatore ormai morto. Niente di sorprendente
dal punto di vista artistico, anzi Holland li ha sempre reputati brutti, ma inspiegabilmente
quei lavori hanno assunto un valore collezionistico notevole e lui è
determinato a riprendersi il maltolto. È così che, senza pensarci due volte,
parte per la California, laddove il ladro è stato avvistato. La missione
tuttavia si rivela più complicata del previsto perché Bling non è più in
possesso della refurtiva e confessa di averla ceduta a uno noto criminale del
posto: Dong-ju. Scendere a patti, o peggio sfidare, un boss della sua risma non
è lo stesso che intimorire un delinquente da strapazzo, si tratta di
invischiarsi in un gioco molto pericoloso, tanto che probabilmente il bottino
non ne vale neanche la pena. Darby però è un osso duro, ed è pure un po’ folle.
Riappropriarsi dei bozzetti, per lui, è una questione di principio, un atto
necessario affinché nessuno pensi di potergli mancare di rispetto e farla
franca, sicché decide di tornare a casa e organizzarsi per andare fino in
fondo. A sostenerlo in quella che ha tutta l’aria di rivelarsi una missione
suicida ci saranno i suoi colleghi del
Lucky Supreme che, da veri amici, si rifiuteranno di lasciarlo solo nel
momento del bisogno.
Lo scontro impari e improbabile fra una
misera banda di teppisti e un’organizzazione mafiosa in piena regola: questa
l’idea intorno a cui ruota e si sviluppa il noir adrenalinico concepito da Jeff
Johnson. Una partita con la morte il cui esito appare scontato sin dall’inizio
ma che, a dispetto di qualsiasi aspettativa, ci sorprenderà. Richiamando le
tematiche e le atmosfere dell’hard-boiled alla Chandler, l’autore ci scaraventa
negli anfratti più cupi di Portland, nelle pieghe di una storia che ci parla di
misfatti, bugie, connivenza fra forze dell’ordine e criminalità. Leggendo si ha
la sensazione di muoversi in una jungla urbana in cui il pericolo è sempre in
agguato e difficilmente identificabile, ogni pagina ci investe con il suo
carico di imprevisti e violenza costringendoci a trattenere il fiato fino alla
fine.
Politicamente scorretto, disturbato da un
passato doloroso che lo tormenta, a tratti squilibrato, eppure dotato di un’etica
personale tutt’altro che discutibile, Darby Holland si afferma come un perfetto
antieroe dei nostri tempi, un “cattivo” per cui risulta quasi impossibile non
fare il tifo. Ma non è il solo personaggio a lasciare la sua impronta.
Se il plot ci inchioda in virtù della
suspense e dell’azione che lo caratterizzano, i protagonisti riescono a
entrarci dentro grazie alle loro personalità, spesso stravaganti, ma
soprattutto per il bagaglio di esperienze che si portano dietro. A vibrare fra
le righe di un crime perfettamente orchestrato è infatti il ritratto, intenso e
realistico, di una fetta di umanità che si ingegna per vivere e sopravvivere in
un territorio ostile, che si sostiene nei momenti di difficoltà, facendo scudo
contro i più forti, e nonostante tutto ci fa scorgere la bellezza anche in uno
scenario di forte degrado.
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