Titolo: The long way. Il lungo viaggio
Autore: Becky Chambers
Editore: Fanucci
Prezzo ebook: 4,99
Prezzo cartaceo: 16,90
Descrizione:
Quando Rosemary Harper si unisce
all’equipaggio della navicella Wayfarer non ha grandi aspettative: questa è
stata costruita per creare tunnel spaziali che consentano il passaggio
immediato da un capo all’altro della galassia. Tutto ciò che desidera è trovare
un posto tranquillo, da poter chiamare “casa”, e avventurarsi verso angoli
lontani e inesplorati, lasciando su Marte il suo passato travagliato e
doloroso. Da quel lungo viaggio, invece, Rosemary otterrà molto di più... A
bordo della Wayfarer la vita è proprio come se l’aspettava, più o meno pacifica
anche se caotica, e conoscere i membri dell’equipaggio, composto sia da umani
che da intelligenze artificiali, si rivela un’avventura interessante. Ma
soprattutto, per la prima volta nella sua esistenza, Rosemary ha la possibilità
di esplorare la galassia e confrontarsi con una moltitudine di culture e specie
differenti, capaci nonostante tutto di convivere. E queste scoperte la
porteranno a capire il vero valore della famiglia e dell’amore perché a volte il
proprio posto è nello spazio aperto, buio e illimitato...
La mia recensione:
Benvenuti a bordo della Mayfarer, nave perforante capitanata da
Ashby Santoso. Il compito per cui è stata progettata è quello di scavare
wormhole nello spazio, ovvero tunnel inter-dimensionali in grado di collegare
pianeti e galassie. Oggi molti scienziati sostengono che, qualora vi fosse vita
sugli altri pianeti, non avremmo la possibilità di incontrare le razze aliene
perché non basterebbe una vita a coprire anni luce di distanza. Nel futuro
immaginato da Becky Chambers questo non è più un ostacolo proprio perché le
perforazioni offrono una scorciatoia.
Grazie ai tunnel di collegamento molti
pianeti sono entrati in contatto e tanti altri si apprestano a essere scoperti.
I confini dell’universo conosciuto si sono
dilatati a dismisura e, nel frattempo, molte cose sono cambiate. La Terra, per
esempio, non esiste più. Diventata invivibile, a causa delle guerre,
dell’inquinamento, dell’esaurimento delle risorse, è stata abbandonata dai suoi
abitanti. La razza umana, tuttavia, non si è estinta ma ha continuato a
proliferare su Marte o su navi colonia. Lo stesso capitano Ashby è un exodan, ovvero un umano nato e cresciuto
su un’astronave.
Il suo equipaggio è multispecie, si
compone di altri umani come il meccanico Kizzy, l’algheista Corbin, il tecnico
informatico Jenks (quest’ultimo è una nano pieno di piercing e tatuaggi), ma
include anche la pilota aandrisk Sissix
̶ una sorta di donna rettile dal corpo ricoperto
di squame e una folta chioma di penne colorate
̶ , il cuoco/dottore grum Dottor Chef ̶ una
creatura dalla pelle grigia, dotata di sei arti e che cambia sesso nel corso
della vita ̶ , il navigatore sianat Ohan ̶ in
realtà una coppia che convive in solo essere peloso ̶ e
l’IA senziente Lovey ̶ a tutti gli effetti una persona capace di
pensare autonomamente e provare emozioni, sebbene sprovvista di un corpo.
La storia comincia con l’arrivo a bordo di
un nuovo membro, l’archivista umana Rosmery, che coincide con la partenza per
un lungo viaggio. La Wayfarer è stata
infatti ingaggiata dalla Commisione interplanetaria per eseguire una
perforazione nei pressi del pianeta Hedra ka, i cui abitanti sono in guerra con
i toremi che vorrebbero conquistarlo.
Una missione molto delicata, non solo perché la distanza da percorrere è considerevole
e richiederà parecchi giorni ma perché si svolgerà in un territorio pericoloso
a causa del conflitto in corso.
Il romanzo racconta proprio questo
straordinario viaggio interstellare, con tutti i sui pericoli, gli imprevisti,
le scoperte sensazionali. Si tratta di una vera e propria avventura all’insegna
della suspense e dei colpi di scena. Durante la sua lunga percorrenza,
l’equipaggio della Mayfarer dovrà,
infatti, fare i conti con guasti imprevisti e difficili da sanare, con
abbordaggi alieni e scontri, con la necessità di procurarsi i viveri, poiché le
scorte iniziali non possono bastare fino al ritorno. Saranno inoltre necessarie
delle soste lungo il tragitto e ciò significherà fare tappa su diversi pianeti.
Alle difficoltà tecniche e logistiche,
agli ostacoli incontrati lungo il cammino, si aggiungeranno poi i problemi e
anche le piccole gioie quotidiane derivate dalla convivenza fra i componenti
del personale della nave. Trascorrere tanto tempo a stretto contatto significa
inevitabilmente conoscersi, socializzare, sviluppare simpatie e antipatie. Alla
macro-avventura da space opera si intreccia così l’esperienza di vita che si
consuma a bordo della nave, quella che coinvolge le interazioni fra persone che
condividono lo stesso spazio, le emozioni, le paure e le speranze di chi
affronta una missione unica e rischiosa.
L’autrice incanta non solo in virtù di una
trama ricca e avvincente ma perché è un’abilissima creatrice di mondi. Inventa
intere razze, il loro aspetto, la lingua, le regole sociali, l’etica, gli usi e
i costumi, tratteggiandoli in modo così vivido da farli apparire reali. Le sue
descrizioni sono tanto dettagliate che spesso si ha la sensazione di scorrere
le pagine di un libro di antropologia fantastica, ed è qualcosa di
strabiliante.
Quel che colpisce di più e che, a mio
avviso, rende quest’opera eccezionale, però è l’immenso bagaglio che si colloca
fra le righe, il messaggio che l’attraversa giungendo chiaro e forte a chi legge.
Il futuro che la Chambers immagina non è idilliaco, nulla che possa paragonarsi
a un’utopia: alcuni pianeti sono andati distrutti, in diversi posti del cosmo
imperversano guerre sanguinose; l’arrivismo e la sete di potere non sono un
mero retaggio del passato ma regolano ancora le scelte di molti condizionando
la vita di altri. Nonostante ciò, i confini mentali di ciascuna specie sembrano
essersi allargati. Il confronto e la convivenza fra razze diverse ha reso
evidente che non esiste un solo modo di sentire e di agire, e la sopravvivenza
di tutti non può che fondarsi sulla tolleranza e la cooperazione.
L’equipaggio della Mayfarer rappresenta una sorta di bolla ideale, con il suo
campionario variegato di esseri viventi che quotidianamente di sforzano di comprendersi
e di coesistere serenamente, e non solo, giacché la vicinanza sfocia, a volte,
in qualcosa di più che un’accettazione reciproca, trasformandosi in amicizie o
amori fra creature completamente diverse.
Leggendo non ho potuto fare a meno di
pensare alla xenofobia, al razzismo nei confronti degli extracomunitari che
caratterizza il nostro presente e più che mai mi è parso insensato perché Il lungo viaggio ci mostra come sia
possibile abbattere pregiudizi e barriere e quanto arricchente possa essere lo
scambio non solo fra razze ma addirittura fra specie differenti.
Rosmary, l’ultima arrivata a bordo,
conoscendo i suoi compagni di viaggio impara per esempio che esprimere
apertamente emozioni come paura e dolore non è necessariamente interpretato
come sintomo di debolezza, vi sono alcuni popoli che lo ritengono lodevole e
salutare; apprende che non per tutti i legami di sangue sono alla base della
famiglia, per gli aandrisk genitore
non è chi mette al mondo ma chi si prende cura dei figli, anche di quelli degli
altri. Sono solo alcune delle scoperte che fa confrontandosi con i nuovi amici
e che trasformano la sua avventura lavorativa in un’esperienza che la forma
soprattutto sul piano umano.
Una lettura indimenticabile che consiglio
a tutti perché infonde tanto ottimismo, ci fa vedere quanto siamo piccoli presi
singolarmente e come possiamo trasformarci in qualcosa di grande, entrando in
sintonia con gli altri e imparando a percepirci come parte di quel tutto che si
chiama universo.
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