lunedì 3 settembre 2012

Recensione: Finché le stelle saranno in cielo

Titolo: Finché le stelle saranno in cielo
Autrice: Kristin Harmel
Editore: Grazanti
Pagine: 356
Prezzo: 16,40 euro

Descrizione:
Da sempre Rose, nell'attimo che precede la sera, alza lo sguardo a cercare la prima stella del crepuscolo. È quella stella, anche ora che la sua memoria sta svanendo, a permetterle di ricordare chi è e da dove viene. La riporta alle sue vere radici, ai suoi diciassette anni, in una pasticceria sulla rive della Senna. Il suo è un passato che nessuno conosce, nemmeno la sua amatissima nipote Hope. Ma adesso, prima che sia troppo tardi, è venuto il tempo di dar voce al suo ultimo desiderio: ritrovare la sua vera famiglia, a Parigi. E, dopo settanta lunghi anni, di mantenere una promessa.
Rose affida questo compito alla giovane Hope, che non ha nulla in mano se non un elenco di nomi e una ricetta: quella dei dolci dal sapore unico e inconfondibile che da anni prepara nella pasticceria che ha ereditato da Rose a Cape Cod.
Ma prima di affidarle la sua memoria e la sua promessa, Rose lascia a Hope qualcosa di inatteso confessandole le proprie origini: non è cattolica, come credeva la nipote, ma ebrea. Ed è sopravvissuta all'Olocausto. Hope è sconvolta ma determinata: conosceva l'Olocausto solo attraverso i libri, e mai avrebbe pensato che sua nonna fosse una delle vittime scampate all'eccidio. Per questo, per dare un senso anche al proprio passato, Hope parte per Parigi. Perché è nei vicoli tra Place des Vosges, la sinagoga e la moschea che è nata la promessa di Rose, una promessa che avrà vita finché le stelle saranno in cielo.
Sarà proprio lo sguardo curioso e appassionato della giovane Hope a svelarne il segreto fatto d'amore, di vite spezzate e soprattutto – come indica anche il suo stesso nome – di speranza. E a rivelare anche al lettore un segreto ancora più misterioso, una luce inattesa negli anni bui dell'Olocausto, un evento tanto storicamente accertato quanto poco conosciuto, che tuttavia ha salvato dall'orrore le vite di molte persone. 

L'autrice:
Kristin Harmel è nata a Boston. Appassionata di scrittura sin da quando era una bambina, a soli sedici anni ha iniziato a collaborare con alcune testate americane come reporter, mentre studiava. Dopo l'università e una laurea in letteratura, ha iniziato a scrivere per People, dove lavora tutt'ora. Collabora anche con Glamour e altri magazine americani. È opinionista di diverse trasmissioni televisive, come Good morning America. Ha pubblicato diversi romanzi, bestseller negli Stati Uniti ma inediti in Italia.

La mia recensione:

A una certa ora del giorno il cielo comincia a imbrunire, la terra non appare più completamente illuminata ma non è neanche buia. È l’heure bleue, ovvero quel momento magico di ogni giornata in cui il crepuscolo saluta la prima stella della sera. Rose non può mancare a questo particolare appuntamento, da anni volge gli occhi in su e cerca la sua stella. A quel puntino luminoso si aggrappa per non smarrire le sue radici.
Adesso che l’Alzheimer sta cancellando i ricordi però sente di dover fare qualcosa di più. Nessuno conosce il suo passato, nessuno sa davvero chi sia e da dove viene. Per una vita intera ha mantenuto nascoste le proprie origini persino ai suoi cari, dunque, se non infrange il segreto non rimarrà alcuna traccia di ciò che è stato e non potrà più tener fede a un’antica promessa. In uno dei pochi attimi di lucidità che le sono ancora concessi, Rose stila un elenco di nomi e lo affida alla amata nipote Hope pregandola di recarsi a Parigi per ritrovare i suoi veri familiari.
Per la giovane donna non è un buon momento. Ha da poco perso la madre, stroncata da un tumore al seno, ritrovandosi a gestire da sola la pasticceria di famiglia. Gli affari non vanno bene ma la vita privata non procede meglio. Il marito l’ha lasciata da poco e sua figlia Annie sembra odiarla per questo. Se ciò non bastasse, vive a Cape Cod, una cittadina americana assai distante da Parigi.
I nomi presenti sulla lista le sono del tutto estranei e Hope sospetta che possano essere solo il frutto dell’ennesimo vaneggiamento della nonna. Prima di prendere qualsiasi decisione prova a fare qualche ricerca. Sarà così che scoprirà una verità sconvolgente: la nonna non è cattolica, come lei ha sempre creduto, ma ebrea ed è sopravvissuta all’Olocausto. A quel punto partire per Parigi diventerà indispensabile anche al fine di recuperare la sua stessa identità e dare un senso al proprio passato.
Attraverso un plot che sembra avere la struttura di un giallo, l’autrice ci trascina nei meandri di una tristissima pagina di storia. Per bocca di Rose ci racconta l’Olocausto, ma lo fa in modo molto diverso dal solito, mettendo in luce una verità storicamente accertata sebbene poco conosciuta.
La Harmel non ci descrive l’orrore dei campi di concentramento, benché aleggi come una cappa oscura su tutto il racconto. Il suo è piuttosto un resoconto dettagliato, costruito su solide basi documentali, di come alcuni ebrei siano riusciti a sfuggire all’inferno grazie all’importante contributo  fornito dalla comunità musulmana. La storia qui narrata è una storia toccante di solidarietà e amore tra persone che trascendendo le diversità di razza e religione si sono adoperate per salvare delle vite.
Il messaggio veicolato è fortissimo e quanto mai attuale perché, facendoci volgere lo sguardo indietro, ci inviata a riflettere su come il mondo ancora oggi sia diviso da pregiudizi e fanatismi che non hanno ragione di esistere. Probabilmente, se gli uomini si concentrassero su ciò che li accomuna piuttosto che sulle differenze, riuscirebbero a costruire un futuro migliore.
Particolarmente interessante è inoltre la duplice riflessione sull’importanza della memoria che emerge tra le pagine. Indispensabile è la memoria individuale affinché il singolo possa preservare la propria identità. Nel momento in cui Rose si rende conto di perderla ha l’impressione di sgretolarsi e avverte la necessità di affidare i propri ricordi alla nipote perché, attraverso di essi, sopravvivano le persone che non ci sono più e con esse i valori per cui hanno lottato.
Altrettanto importante è la memoria collettiva, perché solo il ricordo di ciò che è stato può aiutarci  a non ripetere gli stessi errori.
Il morbo di Alzheimer che devasta Rose sembra caricarsi di una profonda valenza simbolica, mostrandoci, a livello microcosmico,  quel che può significare la perdita della memoria storica  per l’umanità.
“[…] quando porti via un’intera famiglia, e muoiono tutti, chi racconterà le loro storie? […] quando questo succede è come se le loro vite andassero perse due volte […]”
Se Rose con il suo bagaglio di orrori e segreti è la protagonista indiscussa del romanzo, non meno incisiva rimane la figura di Hope. Le vicende personali della giovane donna si innestano nel tessuto narrativo arricchendolo di ulteriori sfumature. Le ricerche sul passato della nonna avranno delle ripercussioni soprattutto sul rapporto conflittuale che la lega a Annie. Inaspettatamente mamma e figlia si ritroveranno ad avere un obiettivo comune che ridimensionerà le loro divergenze e gradualmente le aiuterà a ridisegnare il loro legame rinsaldandolo.
Entrambe riceveranno dalla nonna un insegnamento che le cambierà nel profondo. Grazie a lei impareranno infatti che, qualsiasi cosa accada, l’amore continuerà a sopravvivere e a illuminare gli uomini... finché le stelle saranno in cielo.

Contenuti speciali:
Nella recensione ho accennato al fatto che Hope gestisce una pasticceria portando avanti una tradizione di famiglia.
A questo proposito vi segnalo l'ebook di ricette ispirate al romanzo scaricabile gratuitamente qui
Imperdibili inoltre i Sei consigli per vivere a Parigi che l'autrice Kristin Harmel ha voluto regalare ai suoi lettori. Potete scoprirli seguendo questo link









 

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