Sarà disponibile dal 25
marzo il titolo d'esordio di Speechless Books, contenitore
culturale promosso da Speechless Magazine: La
bambina senza cuore, di Emanuela Valentini.
Romanzo multimediale, La
bambina senza cuore è una fiaba dark da ascoltare oltre che da
leggere: grazie al nuovo formato epub3, sviluppato da
Annalisa Guerisoli, il testo sarà inframezzato da illustrazioni e video
musicali in modo da garantire al lettore un'esperienza unica.
Titolo: La
bambina senza cuore
Autore: Emanuela Valentini
Editore: Speechless Books
Versione: Digitale (pdf, epub, mobi, epub3)
Pagine:
300 ca.
Euro: 0,00
Una cittadina costellata di
misteri.
Un'anima intrappolata tra la vita e la
morte.
Una maledizione che deve essere
spezzata.
Descrizione:
Whisperwood, 1890. Lola,
dodici anni, si risveglia nella buca di neve in cui è stata sepolta. Non
ricorda nulla. Sul suo petto una ferita aperta, testimone di un gesto
efferato.
Whisperwood, 1990. La vita
di Nathan, quattordici anni, cambia la sera in cui decide di
infrangere il coprifuoco che vige a Whisperwood. L'incontro con Lola, la
pallida fanciulla che abita in un cimitero in rovina con un angelo di marmo, un
gargoyle e un poeta dall'animo inquieto, sconvolgerà la sua esistenza per
sempre. Un viaggio a ritroso nelle pieghe del tempo. Un'antica maledizione. Un
tortuoso percorso verso la verità.
Romanzo d'esordio della
collana Speechless Books, La bambina senza cuore di Emanuela
Valentini segna l'affacciarsi nel panorama della narrativa fantastica
di un progetto multimediale nato per essere ascoltato oltre che letto,
impreziosito dalle illustrazioni di Giampiero Wallnofer, dalla
grafica di Petra Zari e dalla voce di Cristina
Caparrelli.
L'autrice:
Emanuela Valentini vive e
lavora a Roma, ma è Londra la città dove il suo cuore si sente a casa. Adora i
classici della letteratura ottocentesca per lo stile inimitabile e i temi
trattati, ma legge di tutto. Crede nel potere educativo e curativo dei libri,
delle parole. Scrivere, per lei, è essenziale come il respiro e lo è sempre
stato. Autrice di strane storie, ha un paio di romanzi weird nel cassetto,
insieme a un'enorme opera di natura indefinibile di cui preferisce non parlare
prima di averci messo pesantemente mano. Il 7 marzo 2013 vedrà la luce della
pubblicazione, con il marchio Il Libraio di GeMS, l’opera giunta
tra i trenta finalisti del Torneo Letterario IoScrittore 2012,
titolo provvisorio Ophelia e le Officine del Tempo.
Il suo racconto Cronache
di un mercante di stelle comparirà in un'antologia di prossima uscita per
GDS Editore. La bambina senza cuore è una vecchia fiaba,
riscritta e curata, amata tanto da cucirle intorno un abito di lucente
splendore.
Un piccolo assaggio:
Prologo
O, Vento
Se l'inverno incombe, può la Primavera essere lontana?
Percy B. Shelley
Se l'inverno incombe, può la Primavera essere lontana?
Percy B. Shelley
Whisperwood, 16 febbraio 1890
Nella luce cupa del pomeriggio l’elegante landau avanzava
scricchiolando sul sentiero ghiacciato. Le due capote a mantici apribili erano
tirate all’indietro. Dentro l’abitacolo, adagiata sulla tappezzeria di velluto,
c’era la bara. Tra le poche persone che seguivano il cocchio a piedi, nessuno
alzava lo sguardo da terra; le gambe procedevano lente e a fatica, i corpi
rabbrividivano tra i castelli di brina del bosco.
Il feretro, se così poteva essere
definito, non aveva la forma classica dei cofani funebri. Non era decorato da
fregi e ricami, non era intagliato, non possedeva maniglie di ottone, simboli
religiosi, ribattini di bronzo. Era una semplice scatola, realizzata in fretta
da Rufus, il vecchio falegname, con tavole di castagno profumate.
La radura davanti al lago era immacolata:
solo i cespugli di biancospino spezzavano la sua compattezza come magre mani
protese al cielo. I due cavalli neri rallentarono sotto gli ultimi alberi del
bosco. A quel punto il cocchiere tirò il freno anteriore, scese e sganciò i
gradini pieghevoli della scaletta d’accesso. Il sentiero che univa la
terraferma all’isolotto – sede del vecchio cimitero – era impraticabile fino al
ponte di pietra.
Aiutandosi con un badile, un vecchio aprì
un passaggio nella neve; dietro di lui avanzavano due uomini con il piccolo
feretro sulle spalle, seguiti dalle donne chiuse negli scialli neri. Emily, la sarta, e la sua bambina
chiudevano il corteo. La mantella rossa della donna spiccava come una macchia
di sangue nel candore della neve. Sul bel viso si rincorrevano i segni di un
lungo pianto.
Il Pastore non c’era. Si era rifiutato di
accompagnare le spoglie al cimitero, poiché la bambina non aveva ricevuto il
battesimo. Quella creatura non avrebbe beneficiato di benedizioni e sarebbe stata sepolta nel
cimitero dei non battezzati, dei suicidi e delle streghe. L’assassinio,
efferato secondo i due testimoni del ritrovamento, era avvenuto in circostanze
misteriose. Due persone erano scomparse la stessa notte: la giovane mamma della
vittima, Fioranna, e Robert Morris, sindaco in carica a Whisperwood, il cui
unico figlio, Frankye, era sprofondato nella più cupa disperazione.
Il vento fece stridere i rami degli
alberi. La cassa fu posata sulla terra dura, accanto a un vecchio mausoleo
dalla porta sfondata, tra due guardiani di pietra. Senza troppe cerimonie si
cominciò a scavare. Il gargoyle a destra della cassa fissava il lago immobile,
l’altro era senza testa e sul largo collo si posavano i corvi. Emily e sua
figlia restavano discoste, le dita intrecciate.
«Mamma» sussurrò la bimba dagli occhi
come l’oceano d'inverno. Nella mano aperta aveva un mucchietto di fiori rossi
che il vento sparpagliò sulla neve.
Emily scosse la testa con un brivido. «No
amor mio, non ora» rispose, ma la manina era già colma di nuovo, e questa volta
i fiori erano viola e azzurri. «Non ora.» Emily chiuse la piccola mano nella
sua, e i fiorellini si sciolsero nel vento.
«Canta, allora», la esortò la bimba,
«canta per lei.» Con il dito indicò la bara. La madre le carezzò la testa, poi
fece vibrare la sua bella voce al di sopra del picchettare, del rumore dei
badili e anche del vento.
«Aspro vento che gemi un dolore troppo
triste per essere cantato.» Invitati dalla voce della donna, i pochi presenti
si approssimarono al feretro; qualcuno aveva portato candele e fiammiferi
svedesi, e così anche una luce tremante venne a salutare l’innocente uccisa.
«Vento selvaggio dalle cupe nuvole, che tutta la notte risuonano a morto.»
Qualcuno pianse in silenzio mentre la
lapide veniva fissata al suolo. Scese la pioggia, dura e fredda, a inzuppare le
vesti e le anime.
Adelaide, moglie di uno dei boscaioli che
avevano trovato la bambina, si rivolse sottovoce alla sorella, Hanna. «Chi può
avere fatto una cosa simile a un’innocente?»
«Chiunque sia stato ha compiuto un atto
della peggior specie. E che bell’esempio, il nostro Pastore: ignorare l’anima
di questa piccola e negarle una preghiera» rispose.
Hanna scrutò attorno, nervosa. Il lago
pareva la superficie di uno specchio annerito dal tempo.
«Fioranna è sparita», osservò ancora
Adelaide gettando uno sguardo timoroso all’angelo di pietra custode del
cimitero, «e mio marito mi ha detto che la ragazzina è stata ritrovata senza…»
«Taci!», sibilò Hanna, «i Buoni Vicini
possono avere rapito Fioranna e il sindaco, ma non si sarebbero mai macchiati
di un gesto tanto riprovevole.»
Adelaide guardò la sorella con
disapprovazione e finalmente tacquero. In quel momento un grido spaventoso
risuonò gelando l’aria. Un volatile enorme, lunghe penne lucide di pioggia,
planava sul bosco, tanto basso da sfiorare le cime degli alberi. Il suo
richiamo evocava un atroce dolore, come se gli stessero strappando le viscere
dal corpo.
«L’anima della bambina torna a cercare
vendetta!» strillò Hanna. Gli uomini che la udirono smisero di scavare. Lei e
sua sorella si allontanarono scivolando giù per il sentiero, seguite da alcuni
altri. L’uccello scomparve tra gli scrosci di pioggia. Altre persone silenziose
abbandonarono la collina, il cimitero e la bambina uccisa.
«Triste bufera di lacrime inutili, nude
foreste dai rami protesi», Emily non interruppe il canto, «grotte profonde e
tetro mare.» Accanto a lei, Rosie Maud non tremava e non piangeva: soltanto la
ascoltava cantare. Un tuono squassò l’aria inasprendo le raffiche di vento.
«Gemete!», urlò la donna in lacrime, «per tutto il male del mondo.»
La buca, forse, sarebbe stata sufficiente
a ospitare il cofano funebre, ma non c’era più nessuno sull’isolotto per
completare la sepoltura, a parte lei e sua figlia.
«Mamma», disse, «ci hanno lasciate sole.»
«Questo è quello che può sembrare, Maud»,
sussurrò Emily accarezzandole la guancia liscia e bianca, «ma noi non siamo
sole. Non lo saremo mai.»
«Papà tornerà?» gli occhi della bambina
erano umidi, adesso.
«Sì» mentì. Le due si strinsero mentre il
volatile che roteava sul bosco ripeteva il suo richiamo, in preda a una furia
senza nome.
«Non avere mai paura di quello che è
diverso da te, Maud.»
La baciò e le asciugò una lacrima.
Rimasero accanto alla bara fino a che il gelo non vinse. La buca come una bocca
aperta inghiottiva la neve. Quando a fatica si rimisero in movimento, la
pioggia aveva lasciato il posto a una nuova nevicata.
«Non la copriamo, mamma?»
«No, Maud. La coprirà la neve.»
Emily raccolse da terra la piccola
fotografia annerita che ritraeva la bambina deceduta, lasciata cadere da chi
era fuggito.
«Mio caro amore, ora non c’è nessuno.
Puoi fare una magia, qui?»
Rosie Maud premette la fotografia sulla
pietra. Quando ritrasse la mano, la foto era tutt’uno con la lapide, pareva
quasi fosse stata dipinta.
Sembra interessante! ^^
RispondiEliminaSono anche molto incuriosito da questo epub3. Sembra che il digitale incentivi gli autori a sperimentare nuove soluzioni!